Green Pass, cosa succede quando scadono i sei mesi? Le ipotesi

Dal primo febbraio la validità del Green Pass scenderà da nove a sei mesi, calcolati dalla data dell’ultima vaccinazione. Considerando che alcuni soggetti hanno ricevuto la dose booster a settembre, a marzo si inizierà ad avere a che fare con le prime certificazioni verdi scadute o in scadenza. Di fronte a questa prospettiva viene spontaneo chiedersi cosa sarà possibile fare per continuare a vivere normalmente. L’ipotesi quarta dose (sulla quale per ora non c’è alcuna indicazione) non è ancora sparita dal tavolo, ma il Governo ha iniziato a ragionare anche su delle soluzioni alternative. Tra queste c’è la possibilità di prorogare la scadenza di sei mesi per chi ha ricevuto la dose booster.

Il nodo del Green Pass dei turisti

Un altro nodo che il Governo è chiamato a sciogliere riguarda la differente durata del Green Pass in Italia rispetto ad altri Paesi Europei. Dal primo febbraio, molti turisti arriveranno nel nostro Paese con un certificato verde valido per nove mesi e non è chiaro come sarà gestita la loro situazione. Inoltre, chiunque entrerà in Italia dovrà sottoporsi a un tampone, anche se ha già ricevuto la terza dose. Secondo le Regioni, queste regole potrebbero creare parecchi problemi al turismo ed è per questo motivo che è stato richiesto un intervento tempestivo del Governo sulla questione.

La situazione dovrebbe sbloccarsi già domani, con l’arrivo sul tavolo del Consiglio affari regionali dell’Ue di una nuova raccomandazione. Una bozza del documento indica che alle persone con vaccinazione completa, guarite dalla malattia o con un test negativo, non potranno essere imposti nuovi tamponi o quarantene, indipendentemente dalla situazione epidemiologica del loro Paese di origine. Inoltre, la validità del Green Pass dei turisti resterà di nove mesi.

Sileri: “Necessario alleggerire le regole”

Come si è visto, le regole introdotte finora per gestire l’emergenza Covid stanno creando alcuni grattacapi. Tra gli esperti c’è anche chi chiede di allentare un po’ la presa. Uno di loro è Pierpaolo Sileri, il sottosegretario di Stato al ministero della Salute. Dal suo punto di vista, “è necessario un alleggerimento” e “rendere tutto quanto più semplice”. È l’unico modo per “passare dall’emergenza a un trattamento ordinario di una patologia che è entrata prepotentemente nei libri di medicina. Stiamo raggiungendo il plateau, poi i casi caleranno”.

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