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Con l’entrata in vigore, lo scorso 6 agosto, del Green pass per accedere ad alcune attività, sono emerse le prime difficoltà per alcuni ristoratori, alle prese con i controlli delle certificazioni verdi dei clienti. “Abbiamo provato durante il weekend a chiedere il Green pass ai nostri clienti. Nei momenti di massimo afflusso la situazione è stata davvero ingestibile“. A raccontarlo Cristian Lanzo, proprietario del Gourmand Cafè di Busto Garolfo, in provincina di Milano. “È difficile organizzare il lavoro mentre devi verificare i certificati verdi”.
Per questo motivo Lanzo ha deciso di transennare e chiudere la parte interna del suo locale. In questo modo, quindi, i clienti del Gourmand Cafè possono accomodarsi e consumare solo all’esterno dell’attività. “Abbiamo deciso di transennare e chiudere la parte interna del locale e utilizzare solo quella esterna. Così tuteliamo la privacy di ognuno e non dobbiamo chiedere il pass“.
E ha aggiunto: “Scelta No Vax? Assolutamente no. Scelta puramente organizzativa. Speriamo di tornare presto a poter servire i clienti come una volta, senza controlli o domande sullo stato di salute“.
I titolari delle attività sono obbligati a richiedere il Green pass, ma non possono controllare i documenti, non essendo delle forze dell’ordine. A ribadirlo anche il ministro dell’interno, Luciana Lamorgese. “Non sono tenuti a chiedere la carta d’identità. Faremo una circolare come Viminale per spiegare che non sono tenuti a farlo. Nessuno pretende che gli esercenti chiedano i documenti. I ristoratori non devono fare i poliziotti“.
Il ministri ha così spiegato che i ristoratori non dovranno controllare i documenti. Verranno infatti eseguiti dei controlli a campione nei locali insieme alla polizia amministrativa. I ristoratori, come chiunque lavori in un’attività per cui è richiesto il Green Pass, dovranno controllare la certificazione verde tramite l’app “Verifica C19” messa a disposizione dal Governo.
Per chi viene trovato senza Green Pass in un locale pubblico per cui esso è richiesto rischia una multa da 400 a 1000 euro. Il gestore dell’attività che fa entrare un cliente senza certificazione verde, inoltre, rischia la sanzione amministrativa della chiusura dell’esercizio da 1 a 10 giorni. Chi invece viene trovato in possesso di Green Pass contraffatto rischia una denuncia per falso.
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