L’obbligo del Green pass per accedere a determinate manifestazioni o in specifici luoghi (come bar e ristoranti, ma anche palestre e piscine) è ormai in vigore da qualche giorno. Ossia il fatidico 6 agosto. E in questi giorni sono emersi diversi canali di distribuzione di certificati contraffatti. Ma al netto delle inchieste che la Polizia Postale ha fatto partire, è lecito porsi una domanda: quando e in che modo i cittadini che ne entrassero in possesso commettono reato? E di che tipo?
Green pass falsi: tutti i rischi di prendere una multa
Un’analisi sulla vicenda dal punto di vista normativo arriva dal sito ‘La Legge per Tutti’, che evidenzia come la violazione dell’obbligo di esibire il Green pass provochi “severe sanzioni amministrative“. Ancora più grave il tentativo di aggirare le limitazioni imposte dal Governo. Tale casistica può infatti portare il trasgressore ad affrontare un processo di tipo penale.
Più semplice il quadro giuridico di chi semplicemente si presenta senza Green pass in luoghi in cui sarebbe tenuto a esibirlo. In tal caso, come detto, la violazione è “solo” amministrativa. Si va quindi incontro a pene pecuniarie. In altre parole si tratta di una multa, somministrata anche al gestore dell’esercizio commerciale reo di non aver effettuato il necessario controllo. Le cifre possono variare dai 400 ai 1000 euro. In caso di violazione reiterata, l’esercente rischia anche di dover chiudere la propria attività per qualche giorno (da 1 a 10 a seconda della gravità).
Quando il reato è penale: i rischi del trasgressore
La vicenda si complica quando si entra nel penale. Ciò avviene quando il cittadino falsifica il suo Green pass. Incorrendo nel reato di falsità materiale commessa dal privato. Un’imputazione valida per ogni certificato o autorizzazione amministrativa, con pena che può svariare dai sei mesi ai tre anni (ridotta fino a un terzo a seconda dell’iter processuale). Se invece si utilizza un certificato falso, ma falsificato da altri, il reato è quello di uso di atto falso. Entrambi i reati sono procedibili d’ufficio, e quindi non serve un pubblico ufficiale per denunciare il trasgressore. La segnalazione può infatti avvenire da parte di qualsiasi cittadino, anche non addetto al controllo.
Altro reato avviene in presenza di sostituzione di persona. Ciò si può verificare nel momento in cui il Green pass sia assolutamente vero e legale, ma appartenga a un parente, un congiunto, un conoscente o chiunque altro. In fondo la verifica avviene tramite scansione di QR Code, e non con un controllo fotografico. Il gestore dell’attività commerciale non può però chiedere i documenti oltre al certificato (non è pubblico ufficiale). Nel momento in cui fosse possibile verificare la sostituzione di persona, però, il trasgressore può essere punito con una pena che può arrivare a un anno di carcere.