Dal primo settembre entra in vigore l’obbligo di Green Pass per docenti e personale Ata. Previste sanzioni fino a mille euro per chi entra a scuola senza la certificazione verde. Ma i docenti novax si mobilitano contro l’obbligo e lanciano una raccolta firme che in pochi giorni raggiunge la quota di 15 mila adesioni. Tra i firmatari compaiono non solo i docenti, ma anche studenti, genitori e personale Ata. Il sospirato ritorno dietro i banchi di scuole sembra, dunque, incontrare ostacoli e resistenze proprio tra coloro che dovrebbero difendere il diritto allo studio degli studenti in piena e totale sicurezza.
Green pass, oltre 15mila firme contro l’obbligo a scuola
La raccolta firme punta a bloccare la conversione in legge del decreto sull’obbligo di Green pass per scuole e università. A raccogliere le sottoscrizioni è l’avvocato Daniele Granara, docente di diritto Costituzionale a Genova e Urbino. Insieme a lui, anche la collega Tiziana Vigni, che ha depositato uno dei primi ricorsi al Tar Toscana per gli operatori sanitari contrari alla vaccinazione.
L’obiettivo è identico a quello espresso nel ricorso portato avanti dai medici, anche se con modalità differenti. “Se per i sanitari c’era un atto applicativo contro il quale procedere, ovvero le diffide delle Asl, per quanto riguarda docenti e operatori della scuola questo passaggio al momento manca“, afferma Granara. “Anche se con l’inizio delle lezioni ci saranno molto probabilmente i primi casi e quindi procederemo con i ricorsi“, spiega l’avvocato.
“Per muoverci subito abbiamo deciso di utilizzare uno strumento previsto dalla Costituzione all’articolo 50“, annuncia il docente. Il passaggio recita: “Tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità“.
La raccolta firme proseguirà fino a settembre
La raccolta firme proseguirà in tutta Italia fino a settembre, quando verrà presentato il documento sottoscritto alle Camere. Insieme al modulo di petizione, l’avvocato potrà sollevare un conflitto davanti alla Corte Costituzionale, inviando una copia alle autorità europee. “Attraverso il Green pass si è introdotto nient’altro che un obbligo vaccinale surrettizio, l’obiettivo è che tutto questo non si trasformi in legge“, conclude Granara.
Ma il Ministero dell’Istruzione non sembra intenzionato a tornare sui propri passi. Soltanto pochi giorni fa, il ministro Patrizio Bianchi aveva dissipato ogni dubbio: “Il vaccino è l’arma che abbiamo per uscire da questa pandemia e il green pass è uno strumento importantissimo di tutela della salute di tutti. Su questo non facciamo passi indietro”.