Dal prossimo 1° maggio, senza alcun intervento normativo, sarebbe veramente un quasi liberi tutti in termini di Green Pass. Il 30 aprile scade infatti il decreto Covid del 24 marzo. Il governo, quindi, che cosa farà? Nuovo decreto firmato da Mario Draghi oppure ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza? Senza contare che, anche sulla questione dell’uso della mascherina, ci potranno essere delle sorprese non di poco conto. Ma andiamo con ordine.
Detto in maniera molto diretta, da domenica 1° maggio il Green Pass non servirà più a (quasi) niente. La certificazione verde ha i giorni contati per il 99% delle attività che fanno parte della nostra quotidianità. Esultano soprattutto gli operatori turistici, perché le misure anti-Covid simili al pass “italiano” già da tempo sono state cancellate in buona parte degli altri Paesi europei. Anche perché la permanenza delle restrizioni avrebbe rischiato di allontanare turisti dall’Italia nell’estate 2022. Quindi niente più Green Pass in hotel, B&B, musei. Sul fronte viaggi, per chi viaggia da e per l’Italia non dovrebbe più essere obbligatorio il Green Pass.
Bar e ristoranti non chiedono già dal primo aprile il Green Pass se ci si siede all’aperto, ma dal 1° maggio non verrà più richiesto nemmeno per chi si accomoda al chiuso. Con l’avvicinarsi della bella stagione il Green Pass servirà quindi a molto poco. Anche i non vaccinati potranno tornare al lavoro e alla vita sociale senza doversi sottoporre a un test ogni 48 ore. Niente certificato verde rafforzato (vaccinazione o guarigione) per frequentare palestre e piscine al chiuso, partecipare a feste e cerimonie, convegni e congressi, entrare in discoteche e sale da gioco, andare al cinema e a teatro. L’unica eccezione saranno le visite in ospedale e Rsa, dove sarà necessario esibire il Super Green Pass non solo per tutta l’estate, ma fino al 31 dicembre.
Veniamo al capitolo mascherine. Potrebbe esserci l’addio per andare al supermercato o fare shopping per negozi, per consumare un caffè al bar o quando ci si alza da tavola al ristorante. Potrebbero, anzi dovrebbero, però restare obbligatorie o comunque fortemente raccomandate, per commessi, esercenti e camerieri. La mascherina potrebbe essere poi fortemente raccomandata e non più obbligatoria nel caso di stadi o concertoni, dove si verificano quegli assembramenti all’aperto ritenuti dagli esperti della Salute comunque veicolo di contagio.
La Ffp2 dovrebbe restare obbligatoria solo sui mezzi di trasporto sia locali, come bus e metro, che a lunga percorrenza come treni e traghetti. Altrove, tipo in cinema e teatri, basterà probabilmente la chirurgica. A scuola, ai bambini di età superiore ai 6 anni dovrebbe ancora essere richiesta la mascherina fino al termine dell’anno scolastico, ovvero per un altro intero mese di lezioni. E sul luogo di lavoro? La mascherina potrebbe non essere più obbligatoria nei luoghi di lavoro. Anche se in quest’ultimo caso la decisione potrebbe essere diversa tra uffici pubblici e privati. In quest’ultimo caso potrebbero decidere in merito le singole aziende). In generale dove non riuscirà a mantenere il distanziamento di un metro.
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