L’entrata in vigore del Green pass ha creato non pochi problemi in merito ai controllli. La circolare del Viminale ha chiarito chi dovrà controllare le certificazioni verdi e con quali modalità.
Il controllo del Green passs è obbligatorio da parte dei gestori delle attività per cui è richiesto. Inoltre, in casi specifici, come l’incongruenza dei dati della certificazione, i gestori potranno anche chiedere di vedere il documento d’identità.
Green pass: gli esercenti devono controllare i documenti d’identità in caso di incongruenze
Nel documento, infatti, si legge che la verifica dell’identità della persona in possesso della certificazione verde “ha natura discrezionale” ed è rivolta a garantirne il possesso. “Tale verifica si renderà comunque necessaria nei casi di abuso o elusione di norme come, ad esempio, quando appaia manifesta l’incongruenza con i dati anagrafici contenuti nella certificazione“.
Per quanto riguarda le multe, che possono andare da 400 a 1000 euro, nel caso in cui non venga accertata la corrispondenza tra identità del possessore e Green pass, la sanzione sarà applicata solo al cliente. Questo nel momento in cui non saranno riscontrabili “palesi responsabilità” anche a carico dell’esercente.
Il carta d’identità, invece, non servirà per entrare nei cinema e nei teatri. Per quanto riguarda invece gli eventi sportivi e gli spettacoli, ancor prima della pubblicazione della circolare del Viminale, firmata dal capo di Gabinetto Bruno Frattasi, il Garante della Privacy ha evidenziato come, oltre ai pubblici ufficiali, anche gestori delle strutture e steward possono controllare il Green pass e il documento d’identità. Il Garante ha citato il Dpcm dello scorso 17 giugno, dove si legge proprio che “i titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi” possono richiedere, oltre alla certificazione verde, anche il documento d’identità.
Come riconoscere le certificazioni verdi false
Per controllare la veridicità del Green Pass è messa a disposizione dei gestori una app dedicata al controllo di essi totalmente gratuita: VerificaC19. Questa deve essere scaricata sullo smartphone e può essere utilizzata anche senza connessione ad internet. Oltre a controllare la validità del Green pass, l’applicazione riesce a riconoscerne l’autenticità. Quindi, è utile al gestore per capire se si trova davanti ad una certificazione verde contraffatta.
“Ci auguriamo che la nostra ‘richiesta’ della carta d’identità avvenga soltanto laddove si ravvisi una palese contraffazione del certificato. E in quel caso, se il cliente si rifiuta di esibire il documento, chiameremo la forze dell’ordine. Non possiamo sostituirci a un pubblico ufficiale“. A dirlo è Roberto Calugi, direttore generale della Fipe di Confcommercio.