Sempre caldissimo il tema dei Green pass, ormai obbligatori per poter accedere a bar e ristoranti consumando all’interno degli stessi. Resta però una questione non da poco da chiarire: chi è chiamato a controllare che tutti i clienti siano in regola? E anche su questo si è soffermata la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, nel corso del suo intervento a Torino.
I motivi di dubbio sono chiari, e in questi giorni li hanno evidenziati gli stessi esercenti chiamati a verificare il possesso del Green pass da parte della clientela. “Ma io non sono un poliziotto“, si sono lamentati molti. Appunto. E il concetto, nella sostanza, è stato ribadito dalla stessa ministra Lamorgese.
“Certo – ha voluto infatti chiarire Lamorgese –, non sono tenuti a chiedere la carta d’identità. Faremo una circolare come Viminale per spiegare che non sono tenuti a farlo. Nessuno pretende che gli esercenti chiedano i documenti. I ristoratori non devono fare i poliziotti“. Il paragone scelto, piuttosto, è un altro. Portarsi il Green pass al bar o al ristorante è da intendersi infatti “come andare al cinema e mostrare il biglietto“.
Resta comunque la preoccupazione di chi, regolarmente in possesso del Green pass, notasse che i controlli non sono poi così capillari. Lamorgese ha infatti specificato ancora una volta che saranno i titolari a dover provvedere, anche se “non potranno chiedere la carta d’identità ai clienti“. Chiaro che, di fronte a un rifiuto, non si potrà intervenire con l’autorità di un pubblico ufficiale. Ruolo che un ristoratore non ricopre.
La ministra ha quindi spiegato che potrebbero esserci “controlli a campione nei locali insieme alla polizia amministrativa“. Ma anche questa appare una soluzione solo parziale. “Non si può pensare – ha infatti aggiunto – che l’attività di controllo venga svolta dalle forze di polizia. Significherebbe distoglierle dal loro compito prioritario, che è garantire la sicurezza. Al riguardo è in via di preparazione una circolare“. Solo a quel punto sarà davvero chiaro come controllare il corretto possesso del Green pass. Che al momento risulta sì obbligatorio, ma difficilmente verificabile.
Rispondendo ad un quesito rivolto dalla Regione Piemonte, il Garante per la Privacy ha confermato che i titolari delle strutture ricettive e degli esercizi pubblici possono richiedere ai clienti un documento d’identità insieme al Green pass. “Le figure autorizzate alla verifica dell’identità personale sono quelle indicate nell’articolo 13 del Dpcm 17 giugno 2021” ha precisato il Garante per la Privacy. Tra questi, oltre ai pubblici ufficiali, sono presenti anche i gestori di bar e ristoranti.
A questo punto la circolare del Viminale servirà per fare chiarezza su chi dovrà realmente controllare i documenti d’identità, oltre al Green pass.
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