Dal 15 ottobre, il Green Pass sarà essenziale per accedere a tutti i luoghi di lavoro pubblici e privati. Il Consiglio dei Ministri ha approvato all’unanimità il provvedimento, nella speranza di imprimere un’ulteriore accelerazione alla campagna vaccinale e raggiungere entro metà ottobre una copertura pari all’80% della popolazione. Chi non si doterà della certificazione verde entro quel periodo non potrà fare altro che sottoporsi a un tampone ogni 48 ore (o 72, se molecolare).
In caso contrario correrà il rischio di ricevere una multa fino a 1500 euro e di essere sospeso dal lavoro o dallo stipendio. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha confermato che i tamponi saranno gratuiti solo per le persone esenti dal vaccino per ragioni di salute. Tutti gli altri dovranno accontentarsi dei prezzi calmierati che le farmacie saranno obbligate a rispettare (15 euro per gli adulti e 8 per i minorenni).
L’obbligo di avere il Green Pass per accedere ai luoghi di lavoro si estende a tutti i lavoratori del settore privato, inclusi gli autonomi e i collaboratori familiari. Un elettricista, per esempio, è tenuto ad avere la certificazione verde per continuare a svolgere la propria professione e lo stesso vale per una badante.
La norma, del resto, è molto chiara a riguardo: “chiunque svolge un’attività lavorativa nel settore privato è fatto obbligo, ai fini dell’accesso nei luoghi in cui la predetta attività è svolta, di possedere e di esibire su richiesta la certificazione verde”. L’unica eccezione riguarda i “soggetti esenti dalla campagna vaccinale sulla base di idonea certificazione medica rilasciata secondo i criteri definiti con circolare del ministero della Salute”.
Il controllo del Green Pass spetta al datore di lavoro, che può svolgere questa attività di persona o individuando “con atto formale i soggetti incaricati dell’accertamento e della contestazione delle violazioni degli obblighi”.
Il nuovo provvedimento tutela il “diritto alla conservazione del rapporto di lavoro”, anche dei dipendenti sprovvisti di Green Pass. Il datore di lavoro non potrà dunque licenziarli, ma solo sanzionarli (con multe da 600 a 1.500 euro) o sospendere il loro stipendio. Per arrivare a tanto, il dipendente dovrà presentarsi sul posto di lavoro senza Green Pass per cinque giorni consecutivi.
Per le aziende con meno di 15 dipendenti è invece prevista una disciplina volta a consentire al datore di lavoro a sostituire temporaneamente il lavoratore privo di certificato verde. Lo si apprende da fonti di Governo citate dall’agenzia Ansa.
Il decreto ha previsto anche delle modifiche alla modalità con cui i guariti dal Covid possono ottenere il Green Pass. Finora questi soggetti ricevevano il certificato verde a 15 giorni di distanza dalla prima dose del vaccino anti-Covid. Ora, invece, potranno entrarne in possesso subito dopo la somministrazione.
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