A istituire la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne nel dicembre del 1999 è l’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Da allora, ogni 25 novembre, i governi, le istituzioni e le organizzazioni si riuniscono per sensibilizzare l’opinione pubblica in merito alla violenza sulle donne. A distanza di ventidue anni, la violenza di genere è ancora un problema vivo nelle società di tutto il mondo, inclusa l’Italia. Ma perché le Nazioni Unite designarono il 25 novembre come data della ricorrenza? E che storia si cela dietro il famoso simbolo delle scarpe rosse?
Il 25 novembre ricorre l’anniversario dell’assassinio delle sorelle Mirabal che furono massacrate nel 1960 su ordine del dittatore Rafael Leónidas Trujillo. Mentre si recavano a far visita ai mariti in prigione, Patria, Minerva e Maria Teresa furono bloccate da alcuni agenti, stuprate, torturate e infine strangolate. Insieme ai rispettivi mariti avevano dato vita al “Movimento 14 giugno” per combattere clandestinamente il regime dittatoriale di Rafael Leónidas Trujillo. Molti considerano la trentennale dittatura in Repubblica Dominicana una delle più dure dell’America Latina con più di 50 mila persone uccise in meno di trent’anni.
Nel 1981, in occasione del primo incontro femminista a Bogotà, in Colombia, si decise di celebrare il 25 novembre come la Giornata internazionale della violenza contro le donne, in memoria delle sorelle Mirabal. Dieci anni dopo, il Center for Global Leadership of Women (CWGL) avviò la Campagna dei 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere, proponendo attività dal 25 novembre al 10 dicembre. Nel 1999 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato la Dichiarazione ufficializzando la data scelta dalle attiviste latinoamericane.
Scarpe rosse con il tacco sono il simbolo di questa ricorrenza in Italia e in tanti altri paesi del mondo. Allineate nelle piazze, lungo le strade, nei parchi cittadini, ci ricordano che la violenza sulle donne esiste ed è ovunque. Nei posti più impensabili, spesso dentro le mura di casa, come accadde alla sorella dell’artista messicana Elina Chauvet, nota per l’installazione Zapatos Rojos. Realizzata nel 2009, in risposta a un’ondata di femminicidi in Messico, l’opera divenne in tutto il mondo il simbolo della violenza sulle donne.
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