Come ogni 20 novembre, in tutto il mondo, si celebra la Giornata internazionale per i diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Quest’anno, la ricorrenza cade nel trentunesimo anniversario della Convenzione sui diritti dell’infanzia, che l’Assemblea delle Nazioni Unite ratificò il 20 novembre 1989 (l’Italia la approvò nel 1991). In questo 2020, così duramente colpito dalla pandemia di coronavirus, si tratta di una giornata che assume un valore ancor più alto. Unicef Italia, nel celebrarla, ha pensato a un’importante iniziativa a livello politico per tenere desta l’attenzione sui diritti essenziali dei minori.
Durante la giornata di venerdì una delegazione di Unicef Italia, accompagnata dalla senatrice Stefania Pucciarelli (presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani), presenterà i dati principali del rapporto “The Future We Want – Essere adolescenti ai tempi del Covid-19” alla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati.
Si tratta di un documentoche approfondisce l’impatto che l’emergenza coronavirus ha avuto in Italia sulla vita dei più piccoli e degli adolescenti. Un aspetto da non sottovalutare viste le possibili ripercussioni, soprattutto a livello psicologico, delle limitazioni imposte in questi mesi.
Un’altra iniziativa si svolgerà invece grazie alla collaborazione con Anci Lombardia. L’associazione che riunisce i sindaci dele città lombarde ha raccolto la proposta del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi e ha invitato i Comuni italiani a illuminare di colore verde i siti più significativi nella serata di venerdì. Il verde è stato scelto come colore simbolo della vitalità dei bambini e degli adolescenti.
190 Paesi hanno ratificato, al 2020, la Convenzione Onu. Molti sono stati i risultati ottenuti a livello di difesa dei diritti dei minori: negli ultimi trent’anni il tasso globale di mortalità tra i bambini sotto i 5 anni è diminuito del 60% circa. La dispersione scolastica a livello di scuola primaria è scesa dal 18 all’8% secondo i dati Unicef.
Il lavoro da fare, però, è ancora tanto. Lo ricorda lo stesso Ente in seno all’Onu: quasi 20 milioni di bambini rischiano di ammalarsi perché non ricevono le vaccinazioni di routine (nel 2018 i casi di morbillo sono stati 350mila, più del doppio rispetto al 2017). Un quarto della popolazione mondiale sotto i 18 anni (circa 600 milioni di abitanti) rischia di rimanere senz’acqua entro il 2040. Per non parlare dei rischi legati alla diffusione del coronavirus, sia a livello di malattia in sé sia per gli effetti indiretti. Preoccupano, in questo caso, anche la riduzione della socialità e il rischio dispersione scolastica per chi non ha i mezzi per la didattica a distanza.
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