Giornata Disabili, Confad: “Nulla è stato fatto, serve svolta culturale”

[scJWP IdVideo=”bESchUaq-Waf8YzTy”]

“Si tratta di dare una svolta culturale. Bisogna costruire percorsi prioritari per queste famiglie. Il quadro è preoccupante”. Più che una critica, quello di Alessandro Chiarini, presidente del Coordinamento Nazionale Famiglie con Disabilità (Confad) è un vero e proprio grido di allarme, che spera di far arrivare a chi può prendere decisioni in tal senso nella Giornata internazionale dedicata alle persone con disabilità. Secondo Chiarini è necessaria anche una svolta dal punto di vista legislativo, per colmare lacune che affliggono migliaia di famiglie.

Chiarini: “Tanti decreti, nessuna tutela per i caregiver familiari”

“Abbiamo inviato una lettera alle Regioni e agli assessorati alla Sanità per rimarcare che c’è una disposizione dell’Istituto Superiore di Sanità che prescrive l’accesso ai caregiver familiari, cioè persone che assistono i familiari che ne hanno bisogno H24 – ha detto Chiarini -. Non è accettabile che negli ospedali sia preclusa questa possibilità”.

“Per queste famiglie nulla è stato fatto, nonostante i numerosi decreti – ha sentenziato il numero uno di Confad -. Giace in Senato una legge che dovrebbe dare tutele e diritti per i caregiver familiari e questa legge ancora non vede la luce. Questo è inaccettabile, l’Italia è l’unico paese europeo dove non ci sono diritti per i caregiver familiari”.

Disabilità e pandemia: “Ulteriori responsabilità a carico delle famiglie”

“Abbiamo sentito tanti annunci ma nessun fatto – ha aggiunto Chiarini –. Nel frattempo, a causa della pandemia, i centri dedicati aono stati chiusi e poi hanno riaperto parzialmente. Stesso discorso per le scuole. Le famiglie con al loro interno disabili non autosufficienti hanno dovuto prendersi sulle loro spalle ulteriori responsabilità“.

“In occasione della pandemia – ha poi concluso, provando a suggerire una soluzione al problema – deve esserci un canale di priorità per i tamponi per le persone non autosufficienti e così per il caregiver familiare. Bisogna che la coscienza civica maturi non solo in giornate simboliche come quella del 3 dicembre, ma per tutti gli altri 364 giorni dell’anno”.

Impostazioni privacy