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Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, torna a scongiurare il rischio di un lockdown nazionale pur chiamando la cittadinanza al proprio senso di responsabilità. Non nascondendo che una soluzione tanto radicale possa ancora verificarsi. Al contempo sottolinea una certa leggerezza nella gestione dell’emergenza durante l’estate.
L’attacco di Galli: “Troppa libertà, poca concretezza”
“Da qui al lockdown credo che ci siano anche possibilità intermedie – evidenzia il professor Galli –. Anche se meno si riesce a fermare il contagio e più si avvicina a questo tipo di scelta. Il lockdown è una cosa drammatica ma allo stesso tempo molto semplice. Quando non puoi fare altro allora chiudi tutto. Il punto è che avremmo dovuto imparare e applicare altro genere di pratiche che ci consentissero oggi di non trovarci in questa condizione“.
Sul punto il professor Galli è molto severo: “In questo caso tutto il sistema è stato carente. In questo Paese c’è una differenziazione netta, con un’articolazione forse eccessiva di poteri in ambito ospedaliero tra governo e Regioni. Si rischia più di combinare guai che altro. Mi sarei augurato più concretezza e meno litigiosità. Mi aspettavo più decisioni a livello nazionale, in maniera coerente e in aiuto di tutti. Inutile fare un decreto che lascia grandi libertà rispetto a una questione come l’apertura delle discoteche, insieme a tutto il resto. Perché così dai un segnale di ‘liberi tutti’ che poi paghi“.
“Morti di fame? Vedo solo quelli in ospedale”
Altra questione su cui Galli si irrigidisce è quella della contrapposizione tra emergenza sanitaria ed emergenza economica: “Adesso quando si parla di chiusure, c’è sempre qualcuno che ne soffre più degli altri. Ci accusano di voler fare in modo di far morire la gente di fame. Ora, io i morti di fame per le strade in questo momento non li vedo. Vedo, e rivedo purtroppo, i morti in malattia negli ospedali. Quindi usiamo le parole per il loro peso reale. Poi gli indigenti devono essere sostenuti, come i settori in sofferenza. Ma ora si rischia di morire di malattia, il resto è un modo inadeguato di affrontare il problema“.
Scuole e terapie intensive: la situazione
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Altro tema caldo è quella della didattica a distanza o meno nelle scuole. Così il professor Galli: “Con il nuovo Dpcm si è fatto qualcosa su trasporti e scuola, ma francamente non so se basterà. E sui mezzi pubblici non si può dilatare più di tanto. Si sarebbe dovuto vedere come fare ad aumentarne la funzionalità, ricorrendo magari di più e prima ai mezzi dei privati attualmente non utilizzabili a finalità turistica. E lo dico più da cittadino che da tecnico. Credo che qualcuno si sia cullato troppo durante l’estate, credendo che non avremmo avuto più il problema di questa entità e con queste caratteristiche. Tornando sulle scuole, lo scaglionamento dell’orario d’ingresso è già qualcosa. Ma francamente non so se basterà“.
“Non abbiamo molto tempo per invertire la tendenza e se non la invertiamo in tempi rapidi dovremo ricorrere a misure più drastiche. La proiezione per le terapie intensive negli ospedali per i prossimi 15 giorni è critica, tocca prendere provvedimenti“, conclude Galli.