Furti a Pompei, una vicenda che ha avuto un boom negli ultimi anni

Una nuova ondata di furti agli scavi di Pompei ha fatto sì che un reperto archeologico dalla Domus di Sirico venisse rubato. Si tratta di un chiusino in marmo, di forma circolare e del diametro di 20 centimetri, che si trovava al Regio VII. Era in un’area accessibile al pubblico e recentemente interessata dai lavori di restauro. A scoprire il furto è stato il personale della Soprintendenza del parco. Da una prima ricostruzione dei movimenti all’interno della zona di restauro il chiusino sarebbe stato sottratto tra il 30 settembre e lunedì 4 ottobre. Sulla vicenda indagano i carabinieri della stazione di Pompei.

2014: annus horribilis per i furti di Pompei

Di certo il Parco Archeologico di Pompei non è purtroppo nuovo a furti del genere. Solo per rimanere negli ultimi anni, c’è da ricordare come nel 2014 si fossero contati decine di episodi di vandalismo. Con i ricettatori che avevano fatto man bassa di reperti. Si segnalò il furto di una grossa porzione di affresco di epoca romana della Casa di Nettuno. Il pezzo, circa 30 centimetri di diametro, raffigurava una donna. Poco dopo, un turista francese venne arrestato perché voleva portarsi a casa dei frammenti di intonaco dipinto in “rosso pompeiano” di ansa di anfora. Due visitatori stranieri incisero il proprio nome sull’intonaco rosso della Casa di Marco Lucrezio Stabia. Infine un turista giapponese entra nella domus Cornelia, vìola un divieto e tocca una porzione di intonaco di epoca romana. Già precario a causa di vecchie infiltrazioni, un pezzo di circa mezzo metro si staccò e cadde a terra.

L’incredibile storia avvenuta un anno fa: reperti rubati e restituititi perché “portano sfortuna”

Nell’aprile 2019 una turista straniera avrebbe scavalcato il cordolo di protezione della zona in cui si trova il pavimento mosaicato della Domus dell’Ancora e in seguito avrebbe staccato tre tasselli dal mosaico. Dopo averli rimossi, la turista ha messo i tasselli nel suo zaino ed era pronta a darsi alla fuga, ma venne denunciata per danneggiamento aggravato; i pezzi di mosaico vennero recuperati e rimessi al loro posto. Nel 2020, dopo 15 anni, un turista restituì degli oggetti rubati agli Scavi durante una sua visita. In una busta priva di qualsiasi intestazione, ma con un francobollo canadese, c’erano i cinque piccoli reperti trafugati. Insieme a questi, due lettere in inglese nelle quali veniva spiegato come i frammenti fossero stati portati via durante una visita ai resti della città sepolta dall’eruzione del Vesuvio del 79 dopo Cristo, e come fosse stata decisa dai turisti ladri la loro restituzione perché portavano sfortuna.

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