Scatta l’indagine nei confronti di Attilio Fontana a proposito dell’inchiesta della Procura di Milano che riguarda la fornitura di camici alla Regione Lombardia. Lo conferma lo stesso governatore tramite un post sul suo account ufficiale di Facebook.
Fontana, il cognato e i camici
La vicenda riguarda la fornitura di 75 mila camici che la centrale acquisti della Lombardia ha assegnato lo scorso 16 aprile alla Dama SpA, al prezzo di sei euro l’uno. I pm ritengono che l’assegnazione sia avvenuta senza gara e in presenza di conflitto di interessi, dato che la Dama è di proprietà del cognato di Fontana. Inoltre la moglie del governatore detiene il 10% delle quote della società. Secondo la ricostruzione di ‘Report’ si trattò di un affidamento che solo in seguito la Dama provò a convertire in donazione.
I magistrati milanesi hanno nel frattempo aperto un fascicolo per turbata libertà della scelta del contraente a carico di Andrea Dini, il cognato di Fontana. Indagato a sua volta, Dini avrebbe provato a rivendere circa 25 mila dei 75 mila camici in questione a una Rsa della provincia di Varese mai consegnati al Pirellone. E lo avrebbe fatto a prezzo maggiorato rispetto alle cifre in questione.
Cosa scoprì ‘Report’
La vicenda della Dama e delle forniture alla Lombardia era stata resa nota da un’inchiesta condotta dalla trasmissione ‘Report’ di Rai3, nella puntata dello scorso 8 giugno. Nel servizio “A loro insaputa“, Giorgio Mottola aveva raccontato la fornitura di camici da oltre mezzo milione di euro che l’azienda di cui è titolare Dini, Dama spa, si è aggiudicata, senza gara pubblica d’appalto, dalla Regione Lombardia. Per quella vicenda Fontana non era entrato nel registro degli indagati, a differenza di quanto avvenuto a Dini e Filippo Bongiovanni, direttore generale di Aria Spa (la centrale acquisiti lombarda). L’indagine è nel frattempo scattata in queste ore.
Attilio Fontana ha affidato la sua prima reazione, come detto, a un post sui social. “Da pochi minuti ho appreso con voi di essere stato iscritto nel registro degli indagati. Duole conoscere questo evento, con le sue ripercussioni umane, da fonti di stampa. Sono certo dell’operato della Regione Lombardia che rappresento con responsabilità“, ha scritto il governatore su Facebook.
Da pochi minuti ho appreso con voi di essere stato iscritto nel registro degli indagati.
Duole conoscere questo evento,…
Pubblicato da Attilio Fontana su Venerdì 24 luglio 2020
Fontana: parola all’avvocato
Sulla vicenda si è espresso anche Jacopo Pensa, legale del presidente della Lombardia, che ne ha parlato all’Adnkronos. “Con la mia preparazione non sono in grado di capire che reato avrebbe commesso Fontana, lo scriva pure – sono state le sue parole –. Non ho nessun atto in mano e devo studiare per capire qual è il reato che ipotizzano i pm nei confronti del governatore lombardo che dice al cognato di rinunciare a farsi pagare“.
“La procura non contesta a Fontana di essersi interessato della fornitura, anche perché ha ben altre cose più importanti a cui pensare, ma di essersi posto uno scrupolo quando si è accorto della stessa e ha chiesto al cognato di rinunciare ai soldi per salvaguardare la limpidità dell’operazione“, ha aggiunto l’avvocato. E la vicenda ha in queste ore generato anche un pesante botta e risposta social tra Matteo Salvini e Alessandro Di Battista, con il secondo che ha dato del “cazzaro dozzinale” al primo.