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Dopo il Decreto riaperture, i musei di Firenze hanno ripreso la loro vita gradualmente secondo un calendario. Stamattina la Galleria degli Uffizi ha riaperto le porte ai visitatori alla presenza del direttore Eike Schmidt, che ha inaugurato anche le nuove sale e il percorso del museo che vede distinti l’ingresso dalla biglietteria.
Uffizi, non solo riapertura: tutte le novità
Il direttore del grande museo di Firenze spiega il fascino dei capolavori del ‘500 mai visti dal pubblico, inseriti in queste nuove sale. “Nei primissimi minuti sono entrati più di quaranta visitatori – sottolinea –. C’è un flusso, ma senza file. Questo è uno dei vantaggi, grazie a questa nuova organizzazione, che pone la biglietteria da una parte e un controllo sicurezza delle sale molto più voluminoso rispetto a prima. Questo permette di assicurare il massimo della sicurezza ed evitare qualsiasi assembramento in questo periodo di pandemia“.
Ma gli Uffizi di Firenze presentano anche importantissime novità per tutti gli appassionati d’arte: “Ci sono 14 nuove sale con 129 opere, di cui quasi la metà non viste negli ultimi decenni o addirittura mai viste. Per esempio questo San Giovannino o due quadri di Daniele da Volterra sono solo alcune delle opere che vengono scoperte dai visitatori per la prima volta“.
L’entusiasmo dei visitatori di Firenze
E le novità allestite a Firenze puntano a regalare un nuovo tipo di esperienza agli appassionati. “Queste nuove quattordici sale sono dialogiche tra loro. I visitatori vengono invitati a fare i confronti – prosegue il direttore degli Uffizi –. Sono pensate per stimolare i visitatori a vedere, a pensare, a cercare la bellezza. Abbiamo utilizzato la nostra conoscenza, ma l’idea è che i visitatori possano arrivare a qualcosa che noi non avevamo immaginato, oltre una tesi di sviluppo storico e artistico“.
E l’entusiasmo di chi a Firenze ha già avuto la possibilità di visitare gli Uffizi è altissimo: “Io arrivo da Pesaro. Mi stuzzicava l’idea di essere il primo a rientrare nel più grande museo d’Italia e trovarmi magari da solo davanti alla Venere di Botticelli. Era una sensazione che volevo vivere, dato che solitamente è sempre pieno“. Questo il racconto di un giovane in fila con la compagna all’esterno del museo.