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I sindacati della distribuzione alimentare di tutta la Toscana sono andati dal Prefetto di Firenze per chiedere maggiori controlli nei pressi dei loro punti vendita. Lamentano assembramenti e mancanza di sicurezza. “Chiediamo di essere compresi anche noi nella campagna vaccinale, perché possiamo essere veicolo di contagio“, afferma Alessia Chilla, delegata sindacale Cgil dell’Eurospin di Sovigliana. “Ci sono dipendenti esposti al pubblico per turni di addirittura 10 ore e non è possibile che non vengano vaccinati da subito. Le persone non hanno mai smesso di affollare i supermercati e sono molto poco rispettose del divieto di entrare in coppia, si ricongiungono nel supermercato. Questa è una mancanza di rispetto nei confronti nostri e degli altri clienti“.
“Chiediamo al Prefetto chiarimenti rispetto all’assenza di controlli per la verifica delle normative anti-Covid“, spiega Francesca Battistini di Filcams Cgil Firenze. “Viene disattesa l’ordinanza Cento della Regione Toscana che ha previsto un solo accesso per nucleo familiare nei negozi della distribuzione alimentare. Stiamo parlando di un settore che ha lavorato fin dal primo giorno della pandemia. Ci hanno chiamato eroi all’inizio della pandemia. Oggi continuiamo a vedere assembramenti pericolosi e irrispettosi di chi lavora in questi posti“.
Parla anche Francesco Marchitelli, dipendente Esselunga a Firenze: “Noi al Prefetto chiediamo che vengano fatti controlli su tutto il settore della grande distribuzione, perché abbiamo constatato che ci sono stati episodi molto frequenti di assembramenti e affollamento all’interno dei nostri centri. Manca proprio la presenza delle istituzioni, delle forze dell’ordine“.
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Non solo distribuzione alimentare, però. I lavoratori degli appalti d’igiene ambientale del Mugello hanno dichiarato due giorni di sciopero oggi e domani, e si sono ritrovati davanti alla sede del Consiglio regionale a Firenze. A dar voce alla protesta è Stefano Teotino dell’Unione sindacale di base del settore Igiene Ambientale: “I lavoratori del Mugello, di Ati e Archimede, sono alla terza protesta in due mesi per la richiesta legittima dell’applicazione del contratto nazionale di settore“.
La loro istanza, portata in Regione Toscana a Firenze, è chiara: “I lavoratori chiedono semplicemente che sia applicato il loro contratto di riferimento e non i contratti a basso costo, come il contratto multiservizi. Questi lavoratori ci rimettono sia dal punto di vista normativo che economico. È chiaro che svolgiamo un servizio importante per la collettività e non possiamo essere trattati in questo modo“.
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