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Nella mattinata è stato avvertito del fumo intenso da una canna fumaria degli Uffizi a Firenze. Sono stati immediatamente allertati i vigili del fuoco che hanno verificato la situazione. Non c’era nessun focolaio in corso. Il problema è rientrato in pochi minuti, sebbene siano stati fatti uscire tutti i turisti che erano nel museo, fresco di riapertura.
Fumo agli Uffizi: ecco cos’è successo
L’addetto stampa della Galleria degli Uffizi, Tommaso Galigani, ha inquadrato la situazione: “C’è stato del fumo proveniente da una canna fumaria. Era del fumo nero, intenso. L’intervento è stato immediato. I vigili del fuoco sono arrivati subito dopo la segnalazione. Hanno verificato in brevissimo tempo che non si trattava di un allarme particolare“.
Nessuna emergenza, quindi, per gli Uffizi e per le opere di inestimabile valore che il museo custodisce: “Si è trattato di un intervento, che poteva tranquillamente verificarsi in qualsiasi momento. E comunque non avrebbe arrecato danni“, ha spiegato Galigani. Un bel sospiro di sollievo, insomma, per il più celebre museo di Firenze e uno dei più rinomati dell’intero Pianeta.
Tutti al sicuro, ripreso flusso turisti
L’addetto stampa della Galleria degli Uffizi ha quindi voluto spiegare con parole ancora più chiare che il contrattempo è stato risolto velocemente e in maniera totale. “Nessuna conseguenza per gli ambienti, né ovviamente per opere e persone – ha spiegato –. C’è stata un’evacuazione preventiva e precauzionale. Si è trattato di un’evacuazione lampo, che ha coinvolto 400 persone circa in quattro minuti. Pero già dopo un quarto d’ora i turisti sono tranquillamente tornati in museo senza problemi. Questo è stato il tempo necessario ai pompieri per verificare che, appunto, non era successo nulla“.
“Ora nel frattempo stanno arrivando anche altri turisti. La giornata degli Uffizi prosegue tranquillamente come sempre. Come se niente fosse successo, diciamo. O quasi“, ha concluso Galigani. E infatti il viavai all’interno del museo come quello all’esterno della struttura si è poi tramutato in quello abituale di un mercoledì di fine maggio. Sebbene in epoca di pandemia.