La campagna vaccinale sta proseguendo a ritmo costante verso un’immunità di massa entro le prime settimane dell’autunno. I numeri dei contagi, dei ricoveri e dei morti stanno calando a vista d’occhio; anche se lo spauracchio della variante Delta rimane purtroppo in agguato. Eppure i numeri, per quanto riguarda l’Italia, nascondono ancora qualche insidia. Partiamo, ad esempio, dalle dichiarazioni del generale Francesco Paolo Figliuolo sui vaccini rilasciata a La Stampa lo scorso 11 maggio.
“Dobbiamo accelerare e giugno è il mese clou, quello giusto per dare la spallata”, disse il commissario straordinario all’emergenza Covid. “L’imperativo categorico è accelerare: il mio obiettivo è superare le 500mila somministrazioni al giorno. Occorrerà coinvolgere maggiormente i medici di base e le farmacie. Attualmente il coinvolgimento dei medici di libera scelta non è omogeneo nelle varie Regioni, ma è indispensabile l’adesione uniforme e diffusa e una congrua quota di dosi loro dedicate”.
“In Italia ci sono circa 43.000 medici di famiglia e 20mila farmacie. Se ogni medico inoculasse dieci vaccini al giorno, otterremmo 430mila dosi in più alle quali se ne potrebbero aggiungere altre 100.000 per il ruolo delle farmacie. Le previsioni sono approssimative, ma se aggiungiamo a queste proiezioni quello che già facciamo possiamo riuscirci”. Totale, quindi: previsti un milione di dosi somministrate al giorno nel mese che ci siamo lasciati alle spalle. Ma è andata veramente così?
I numeri dei vaccini somministrati a giugno (lontani da quelli ipotizzati da Figliuolo)
Nel mese di giugno in Italia sono state somministrate, in totale, 16.392.273 dosi di vaccino; ovvero, in media, 546.409 al giorno. Dato, quindi, nettamente inferiore rispetto a quello previsto da Figliolo due mesi fa. Certo, i problemi riguardanti AstraZeneca a inizio giugno hanno non poco inciso nel proseguimento regolare. Però c’è un altro dato che dovrebbe (perlomeno) farci tenere le antenne dritte.
Nella lista delle 27 Nazioni dell’Unione europea, il nostro Paese è ottavo per l’immunizzazione degli over80. Il peggior risultato, la 22esima posizione, riguarda le persone tra i 70 e i 79 anni. Siamo al 19° posto per quelli tra i 60 e 69 anni. 18esima posizione sia per la fascia 50-59 che per quella 25-49, mentre sale al 14° posto per i 18-24enni. Inoltre, restando ai dati aggiornati al 28 giugno, l’Italia si trova al quarto posto sulla percentuale di persone vaccinate completamente (30,8%), dietro a Germania (36,5%), Spagna (36,4%), Francia (32,5%).
Insomma, di strada se n’è fatta fino a questo momento, ma se ne potrebbe fare di più. Anche perché a luglio sono previste 15,5 milioni di consegne di dosi: 12,1 milioni di Pfizer, 2,4 milioni di Moderna, un milione di Johnson&Johnson (resta l’incognita AstraZeneca). Ricordiamo, tra l’altro, che sono ancora disponibili nei frigoriferi 1,7 milioni di dosi di Pfizer e AstraZeneca, 800mila di Johnson&Johnson e 600mila di Moderna. La famosa “spallata” al virus vaticinata da Figliuolo grazie ai vaccini non c’è stata. Ma da qui a fine estate tutti la attendiamo frementi.