Festa della Repubblica, perché l’Italia si ferma il 2 giugno

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Il 2 giugno l’Italia celebra la Festa della Repubblica. La ricorrenza, la cui forma attuale è stata introdotta nel 2001 su spinta dell’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, commemora il Referendum istituzionale svolto il 2 e il 3 giugno 1946, grazie al quale il Paese, all’indomani della Seconda Guerra Mondiale, scelse di abbandonare la monarchia e di abbracciare la repubblica come forma di governo. La storia della celebrazione è particolare e per molti anni è stata una cosiddetta ‘festa mobile’ da celebrare la prima domenica di giugno. Nel nuovo millennio, però, ha acquisito nuovo vigore ed è tornata a celebrarsi il 2 giugno, restando occasione di riflessione per tutto il mondo istituzionale e, più in generale, per tutte le generazioni di cittadini italiani.

Il cerimoniale del 2020

Com’è facile intuire, le restrizioni per la pandemia di coronavirus hanno modificato il cerimoniale ufficiale della Festa della Repubblica 2020. Resta viva la tradizione che vede il Capo dello Stato deporre una corona d’alloro in omaggio al Milite Ignoto, ma l’altro evento caratteristico delle celebrazioni, la parata militare ai Fori Imperiali, non avrà luogo.

La cerimonia all’Altare della Patria è durata circa quindici minuti e si è conclusa, come da tradizione, con il passaggio delle Frecce Tricolori, salutate dall’applauso dei cittadini, radunati a distanza di sicurezza l’uno dall’altro. Il presidente Sergio Mattarella ha deposto una corona d’alloro indossando rigorosamente la mascherina. Al termine della cerimonia, Mattarella e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte hanno lasciato in auto Piazza Venezia.

Durante la giornata, Mattarella si recherà a Codogno, la città che per prima ha vissuto l’emergenza coronavirus a febbraio, dove incontrerà i rappresentanti delle istituzioni locali, prima di tornare a Roma per un concerto nel cortile dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani”.

La ricorrenza non si è sempre celebrata il 2 giugno

La prima celebrazione della Festa della Repubblica Italiana si svolse il 2 giugno 1947, nel primo anniversario del Referendum, mentre risale al 1948 la prima parata militare in via dei Fori Imperiali a Roma. Bisognerà attendere il 1949, però, perché il 2 giugno sia dichiarato ufficialmente festa nazionale. Negli anni ’60 ci furono due importanti eccezioni al cerimoniale tradizionale principale che prevede, oltre alla parata, la depisizione di una corona d’alloro in omaggio al Milite Ignoto all’Altare della Patria, da parte del Capo dello Stato. Nel 1961, in occasione del Centenario dell’Unità d’Italia, le celebrazioni principali si svolsero a Torino, prima capitale del Paese unito, mentre nel 1963 le gravi condizioni di salute di Papa Giovanni XXIII portarono al rinvio della celebrazione ufficiale al 4 novembre, in concomitanza con un altro importante appuntamento celebrativo, la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate.

Alla fine degli anni ’70 la grave crisi economica che colpì il Paese convinse le istituzioni a modificare la Festa della Repubblica, rendendola ‘mobile’ per contenere i costi statali e sociali. Con la legge 54/1977 del 5 marzo, le celebrazioni furono spostate così alla prima domenica di giugno. Nel 2001, però, Carlo Azeglio Ciampi, che durante il suo settennato diede grande impulso alla rivalutazione dei simboli patri italiani, fu tra i promotori principali del ritorno alle celebrazioni il 2 giugno, che tornò nuovamente festivo.

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