Fedez è finito nel mirino dell’Antitrust. In particolare, a finire sotto i riflettori è la hit estiva del cantante, “Mille”, realizzata insieme ad Achille Lauro e Orietta Berti. Agenzia Garante della Concorrenza e del Mercato, come annunciato dal Codacons, ha aperto una pratica in merito, la numero DS2929, relativa al videoclip del brano, denunciato per pubblicità occulta alla Coca-Cola.
Come spiegato dal Codacons, infatti, al centro della vicenda non vi è il testo del brano di Fedez e compagni. Questo perché “pur rimandando più volte alla nota bevanda” l’utilizzo nella canzone rientra nella “libertà di espressione artistica” e non mai stato contestato. Come detto, quindi, a finire nel mirino dell’Antitrust è il videoclip di “Mille”, dove non sarebbero state rispettate le disposizioni dell’Agenzia in merito all’adeguata informazione degli spettatori “anche nei video musicali” sull’inserito di marchi a scopo commerciale.
Cercando su YouTube il videoclip del brano di Fedez, Achille Lauro e Orietta Berti, nell didascalia, è presente il seguente messaggio: “Il filmato contiene marchi e prodotti per fini commerciali. Product Placement: Coca-Cola“. Nonostante questo, però, l’avviso in questa forma potrebbe non bastare. Infatti, secondo l’Antitrust, inserimento di questo tipo di messaggio sarebbe “insufficiente”.
Questo perché l’Antitrust ha disposto il “palese inserimento” nei video musicali quando sono presenti prodotti per fini commerciali. Infatti, secondo quanto disposto, dovrebbero essere inseriti “segnali di sovrimpressione che avvisino circa la presenza di marchi a scopo promozionale“. Nel videoclip, che al momento vanta quasi 63 milioni di visualizzazioni, non sono effettivamente presenti avvisi che indichino l’inserimento dei prodotti del celebre marchio.
“Oggi si apprende che l’Antitrust avrebbe puntato il proprio faro sul videoclip di Fedez (feat. Achille Lauro e Orietta Berti) aprendo un apposta pratica volta ad accertare la violazione delle disposizioni in materia di pubblicità occulta“. A spiegarlo è il Codacons. “In tal senso, l’Autorità avrebbe inviato delle precise richieste di informazioni ai soggetti interessati, che ora dovranno rispondere della accuse mosse dalle autorità“. Se, una volta conclusa l’istruttoria, dovesse essere confermata la violazione delle norme vigenti, i responsabili rischiano “una sanzione fino a 5 milioni di euro“.
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