Fase 3, sit-in davanti alla Regione Lazio: “No alla sanità privata”

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Circa 200 persone, tra operatori sanitari e studenti, si sono dati appuntamento davanti alla sede della Regione Lazio per manifestare contro i tagli alla sanità pubblica. Una manifestante ha spiegato i motivi del sit-in: “È un primo passo. Sembra già che si siano già spartiti tutti i soldi arrivati dall’Europa. Non vogliamo più sanità privata. E per questo che le situazioni che si sono create durante il Coronavirus hanno dato i risultati che conosciamo, specialmente in Lombardia”. Una delegazione dei presenti è stata poi ricevuta negli uffici della Regione per far presenti le loro ragioni.

Il ricorso al Consiglio di Stato della Regione Lazio contro la sanità privata

Sempre a questo proposito, nel frattempo, continua nel Lazio la guerra fra Zingaretti e le strutture private che vogliono effettuare i tamponi per il Coronavirus contro il parere della Regione. Quest’ultima ha sferrato la sua contro mossa per annullare la sentenza del tribunale regionale che lo scorso 17 giugno aveva accolto il ricorso di un grosso centro medico romano con “l’annullamento, previa sospensione dell’efficacia, dei provvedimenti che limitano per le strutture sanitarie private lo svolgimento dei tamponi nasofaringei e orofaringei per la diagnosi del virus Sars-CoV-2”. L’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, lo aveva annunciato e ora arriva l’atto formale. “È stato depositato dalla Regione Lazio il ricorso in Consiglio di Stato per chiedere la riforma o l’annullamento dell’ordinanza del Tar del Lazio sul tema dei tamponi eseguiti dalle strutture private”, fanno sapere dalla Regione Lazio. “L’errore in cui cade l’ordinanza oggetto di impugnazione è quello di confondere una questione di sanità pubblica, con una limitazione alla libera concorrenza. Il test per il Covid non è un ordinario test diagnostico, ma si tratta di un test che, in caso di positività, ha importanti implicazioni sulla sfera delle libertà individuali, sulla circolazione e movimento. Nonché sulla salute come interesse della collettività, finanche, in caso di focolai, sulla determinazione delle cosiddette zone rosse”.

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