Ex Ilva, condannato Vendola: “Mi ribello a giustizia se calpesta verità”

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Pronunciata la sentenza di primo grado del processo “Ambiente Svenduto” sul disastro ambientale causato dallo stabilimento dell’ex Ilva. La Corte d’Assise di Taranto ha condannato a 22 e 20 anni di reclusione Fabio e Nicola Riva, ex proprietari e amministratori dell’Ilva, e a tre anni e mezzo di carcere l’ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, per concussione aggravata in concorso.

Vendola non ci sta: “Noi agimmo per il bene di Taranto”

Secondo gli inquirenti, l’ex presidente della Regione avrebbe esercitato pressioni sull’allora direttore generale di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, per far ammorbidire la posizione della stessa Agenzia nei confronti delle emissioni nocive prodotte dall’ex Ilva.

Lo stesso Vendola ha commentato con parole molto amare l’esito della sentenza che lo riguarda. Rivendicando in particolare il lavoro svolto dalla sua amministrazione sull’ex Ilva: “Io mi ribello a una giustizia che calpesta la verità. É come vivere in un mondo capovolto, dove chi ha operato per il bene di Taranto viene condannato senza l’ombra di una prova. Una mostruosità giuridica, avallata da una giuria popolare, colpisce noi. Quelli che dai Riva non hanno mai preso neanche un euro. Quelli che hanno scoperchiato la fabbrica e hanno imposto le leggi più avanzate d’Italia contro i veleni industriali“.

Annunciato appello alla sentenza sul processo ex Ilva

Noi appelleremo questa sentenza. Anche perché essa rappresenta l’ennesima prova di una giustizia profondamente malata“, ha aggiunto Vendola. Che poi si è rivolto alla corte che si è occupata del processo sull’ex Ilva: “Sappiano i giudici che hanno commesso un grave delitto contro la verità e contro la storia“.

Hanno umiliato persone che hanno dedicato intera la propria vita alle battaglie di legalità e di giustizia. Taranto ha diritto ad avere la verità. Non ad avere degli agnelli sacrificali. E noi non fummo i complici dei Riva, noi fummo quelli che sfidarono la grande azienda. Per provare a coniugare il diritto alla salute e il diritto al lavoro“, ha concluso Vendola. Ciò che appare tutt’altro che concluso, invece, è il caso sull’ex Ilva. Nonostante l’emissione di una sentenza di primo grado.

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