Come stabilisce l’ultimo dpcm, ancora una volta, la risposta alla pandemia passa (nei casi più gravi) dalla chiusura della scuola. Di ogni ordine e grado, in zona rossa, ma anche eventualmente nelle zone in cui il tasso di incidenza del Coronavirus è pari o superiore a una media di 250 contagi settimanali ogni 100 mila abitanti. In quei casi i presidenti di Regione potranno decidere di sospendere l’attività scolastica in presenza e passare alla didattica a distanza. Questo è quelle che è contenuto nel primo dpcm dell’era Draghi, firmato il 2 marzo dal presidente del Consiglio, valido dal 6 marzo al 6 aprile e presentato in conferenza stampa dal ministro della Salute, Roberto Speranza, e da quella degli Affari Regionali, Mariastella Gelmini.
Di fatto potranno essere fino a 6 milioni gli studenti e le studentesse in Dad a partire dall’8 marzo. Secondo le stime di Tuttoscuola, realizzate in base ai più recenti dati della Fondazione Gimbe, si tratta del 73% degli 8,5 milioni di alunni iscritti nelle scuole statali e paritarie. Di fatto, saranno tre su quattro a casa. Tra loro c’è anche quasi un milione di bambini e bambine delle scuole dell’infanzia. Scene che vanno oltre ai numeri del primissimo lockdown nazionale. Perché allo scorso 1° marzo a risultare in Dad erano 3 milioni.
Ecco gli alunni che andrebbero in Dad divisi per regioni secondo Tuttoscuola. Lombardia: 1.401.813. Campania: 944.993. Emilia Romagna: 620.423. Puglia: 585.344. Piemonte: 573.231. Toscana: 504.616. Marche: 212.161. Liguria: 189.785. Friuli Venezia Giulia: 156.003. Umbria: 119.177.
Si salverebbe per il momento il Lazio, che ha delle zone rosse solo a Frosinone e altri comuni, ma anche la Sicilia, il Veneto, la Calabria, la Valle d’Aosta e la Sardegna in zona bianca. In totale sarebbero (con la nota alternanza del 50% per chi frequenta le superiori) 2.271.803 (26,7%) gli alunni in presenza e 6.234.962 (73,3%) quelli a distanza. 435.971 bambini delle scuole dell’infanzia (31,3%) restano in presenza, 818.458 della primaria (analoga percentuale, 31,4%), 537.644 per la scuola secondaria di I grado (31,4%) e parzialmente in alternanza 479.730 ragazzi e ragazze delle superiori (il 17,2%).
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