In vista della Pasqua è lecito aspettarsi un nuovo inasprimento delle misure anti Coronavirus (con una possibile zona rossa nazionale), ma anche modalità nuove per fissare le decisioni. A partire dai tanto temuti Dpcm, che potrebbero essere abbandonati a vantaggio di soluzioni diverse più incentrate sul Parlamento. Lo spiega l’Ansa, che cita fonti governative.
Misure anti Coronavirus: cosa cambia con il governo Draghi
In altre parole, le nuove misure per il contrasto al contagio da Coronavirus saranno decise e annunciate con anticipo rispetto alla loro entrata in vigore. Un modo per evitare l’effetto “trauma” che i Dpcm hanno spesso creato presso la cittadinanza, con misure anche severissime da applicarsi nel giro di poche ore. Anche per questo motivo appare dunque assai difficile che eventuali decisioni adottate in Consiglio dei ministri venerdì si applichino già al prossimo fine settimana.
Il ricorso al Dpcm dovrebbe essere sostituito da un provvedimento di legge a tutti gli effetti (e non quindi più un Decreto). Si sta riflettendo sull’ipotesi del Decreto Legge e addirittura sul Disegno di Legge. Un’opzione quest’ultima che prevede dunque l’approvazione del Parlamento. Che ovviamente, dato il carattere di straordinarietà dell’argomento Coronavirus, impone un’approvazione con corsia preferenziale e tempi brevissimi. Ma punta comunque a garantire un pieno coinvolgimento delle Camere.
Le distanze nella maggioranza e i rischi del Disegno di Legge al posto del Dpcm
Restano i dati, che parlano di una curva dei contagi da Coronavirus preoccupanti e in peggioramento. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, si prepara dunque a convocare una nuova cabina di regia con i ministri e gli esperti per raccogliere informazioni prima del Cdm di venerdì. Il Comitato tecnico scientifico ha infatti già esposto la necessità di inasprire le misure nei weekend, e in particolare nel fine settimana di Pasqua. Ma, indipendentemente dal ricorso al Dpcm, qui i nodi non mancano.
Se infatti si sta già parlando da tempo di un possibile automatismo per l’inserimento delle varie Regioni in zona rossa (succederebbe in presenza di 250 o più contagi ogni 100 mila abitanti), su altri temi la maggioranza sembra divisa. Quando non addirittura spaccata. Vero è che la situazione peggiora, e le misure da zona gialla faticano a contenere la crescita dei contagi causati dalle varianti del Coronavirus. E proprio per questo c’è chi spinge per rafforzare le chiusure da subito. E vorrebbe farlo su tutto il territorio nazionale, e non solo nei fine settimana. Si tratta del ministro della Salute, Roberto Speranza. Della stessa opinione, in linea di massima, Pd, M5s e Leu. Sull’altro fronte, Lega, Forza Italia e Italia Viva sembrano invece voler frenare di fronte all’ipotesi di nuove strette, per non penalizzare ancora ristoranti e negozi. Ed è chiaro che, se davvero il Parlamento dovrà decidere al posto dei Dpcm, l’unità di intenti della maggioranza sarà indispensabile.