Entrano in vigore da oggi, venerdì 6 novembre, le nuove misure restrittive decise dal governo con l’ultimo dpcm. Il provvedimento resterà valido fino al 3 dicembre, per cercare di contenere la nuova diffusione del Coronavirus. Le restrizioni prevedono la divisione dell’Italia in tre aree, a seconda della gravità della situazione epidemiologica locale: una rossa, una arancione e una gialla. Dalla più grave alla meno grave.
Le limitazioni maggiori saranno in Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta, considerate “aree rosse”. Puglia e Sicilia sono state invece inserite in una fascia intermedia di rischio, la cosiddetta “area arancione”. Tutte le altre regioni sono considerate “aree gialle”, cioè zone del paese in cui il virus circola, ma in cui la situazione epidemiologica è considerata meno grave. La suddivisione delle regioni nelle varie aree è contenuta nell’ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza.
Se nelle zone rosse negozi, bar e ristoranti dovranno rimanere chiusi, nelle zone gialle potranno continuare a lavorare ma con delle regole precise. Saracinesche alzate dalle 05:00 alle 18:00, numero limitato di clienti all’interno, massimo quattro persone sedute al tavolo e obbligo di mascherina tranne quando si beve e si mangia. Tra queste l’invito a muoversi il meno possibile anche laddove, come nelle zone gialle, è ancora possibile passare da un Comune all’altro o da una Regione all’altra. In tutto il territorio nazionale vale comunque il coprifuoco dalle ore 22 alle 5.
Per potersi spostare sarà necessaria l’autocerficazione, scaricabile dal sito del ministero dell’Interno. I motivi sono gli stessi dei primi mesi della pandemia: lavoro, salute e necessità. Multe e rischio carcere per chi viola le norme contenute nel nuovo dpcm anti-Covid. Chi non avrà un valido motivo per circolare, potrà infatti incorrere in una sanzione da 280 euro, che può arrivare a 560 in caso di recidiva. I ristoratori rischiano anche la chiusura fino a cinque giorni. Non sono, invece, previste sanzioni per la violazione delle raccomandazioni contenute nel dpcm. Per chi viola la quarantena ci sarà invece la denuncia penale con l’arresto da tre a 18 mesi, a cui si aggiunge una multa che può andare da 500 a 5mila euro.
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