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CRONACA

Israele, disastro ambientale: 170 km di costa coperti di catrame

Israele si trova ad affrontare il peggiore episodio di inquinamento marittimo della storia. Il governo ha infatti annunciato alla popolazione di non avvicinarsi alle spiagge rivolte sulla costa mediterranea, tra Rosh Hanikra fino a Zikim, a causa di uno sversamento di petrolio.

Le autorità hanno invitato a tenersi lontani dal mare, perché il rischio per la salute è alto. La fonte dello sversamento è certamente una massiccia fuoriuscita di petrolio, ma l’origine rimane tutt’ora sconosciuta.

Pesci e tartarughe imbrattati dal petrolio

La porzione di costa che da Haifa, nel sud dell’Israele, arriva fino ad Ashkelon, è lunga 170 chilometri. In questo tratto spiagge e scogliere si alternano nella riserva naturale di Gador, colpita dallo sversamento di petrolio, vicina alla città di Hadera. Qui la flora e la fauna locali stanno subendo danni incalcolabili: pesci, tartarughe e altre creature marine sono stati imbrattati.

Nei giorni scorsi era anche affiorata la carcassa di una balenottera vicino a Tel Aviv, probabilmente, spiegano le autorità, la causa del decesso è da rintracciare proprio nello sversamento di petrolio.

I volontari ricoverati

La macchia nera è visibile addirittura dalle immagini satellitari. I volontari hanno iniziato le operazioni di pulizia, cui hanno partecipato in migliaia, ma molti sono stati ricoverati dopo aver inalato i fumi tossici.

La causa: probabilmente una petroliera in transito

L’origine, si pensa, dello sversamento potrebbe essere una petroliera in navigazione a poca distanza dalle coste di Israele nei giorni scorsi. La grande imbarcazione si era dovuta avvicinare alla terraferma a causa di una tempesta.

Le autorità d’Israele: “anni per riparare ai danni”

Il direttore dell’area di Carmel presso l’Autorità per la Natura e i Parchi d’Israele, Dudi Weiner, ha detto che ci vorranno anni per riparare i danni causati dalla fuoriuscita.

“Non abbiamo registrato una catastrofe di queste proporzioni da almeno 20 anni”, ha detto. “In termini di impatto in futuro, ci vorrà molto tempo per recuperare. La maggior parte del danno ecologico è dovuto alle enormi quantità di catrame che si depositano sulle scogliere e sugli scogli che affiorano dall’acqua durante la bassa marea“.

Redazione

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