Le Regioni lo stanno chiedendo ad alta voce: stop alla didattica a distanza nelle scuole per gli studenti immunizzati con tre dosi di vaccino anti Covid. “Restino a casa solo i positivi e chi non è vaccinato”, dice il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani. Proponendo ancora una volta l’alleggerimento delle regole per le quarantene negli istituti scolastici. Gli fa eco quello del Lazio, Nicola Zingaretti. “Le attività scolastiche non vanno sostituite dalla Dad quando bambini e ragazzi sono vaccinati e non ci sono sintomi. Su questo c’è bisogno di un intervento chiaro a tutela delle famiglie e della scuola. Si può combattere il Covid e semplificare la vita delle persone con regole chiare”, ha scritto su Twitter.
Oltre alle ipotesi ventilate dai presidenti di Regione, un’altra possibilità in campo potrebbe essere quella di prevedere un isolamento più breve (cinque giorni) per chi è vaccinato o guarito dal Covid. Il punto più critico del sistema, del resto, è la previsione della didattica a distanza di dieci giorni, senza distinzioni tra vaccinati e guariti, per le scuole elementari, alla scoperta di due casi di positività al virus nella stessa classe. Al momento, con un caso, tutti gli alunni restano in aula. Mentre con due si differenzia tra vaccinati e guariti da non più di quattro mesi e chi non lo è, o lo è da più di quattro mesi. Solo il secondo gruppo di studenti va in quarantena e in didattica a distanza per dieci giorni. Gli altri possono continuare ad andare a scuola, indossando (sempre per 10 giorni) mascherine FFP2.
Lo scorso 11 gennaio è stata lanciata una petizione sul sito Change.org per modificare le regole valide per gli istituti primari. Al 25 gennaio aveva superato le 27mila firme. “Noi genitori, che abbiamo risposto subito alla richiesta dello Stato di fare la nostra parte, vaccinandoci prima noi e facendo poi vaccinare i nostri figli in età 5-11, non solo per la tutela della loro salute, ma anche di quella della collettività, ci vediamo paradossalmente discriminati, rispetto ai vaccinati degli altri ordini scolastici”. Così si legge nella petizione.
La necessità di cambiare le regole viene motivata dal fatto che le vaccinazioni sulla fascia d’età compresa tra i 5 e gli 11 anni, iniziate lo scorso 16 dicembre 2021, avrebbero ora raggiunto numeri compatibili con norme meno restrittive. Guardando ai dati aggiornati al 25 gennaio, sono 1.064.274 gli italiani tra i 5 e gli 11 anni ad avere ricevuto almeno una dose di vaccino (il 29,11% della popolazione totale in questa fascia d’età). In 308.721 hanno ricevuto anche la seconda dose (8,44%) del totale. A cui si aggiungono i 291.649 (7,98%) che sono guariti dal virus da non più di sei mesi.
Si chiede quindi che le regole vengano uniformate a quelle per le scuole medie e superiori, dove tutta la classe finisce in quarantena per dieci giorni solo con tre casi di positività. C’è poi chi chiede che venga eliminato l’obbligo di tampone per il rientro a scuola. Come l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato. “Chi ha completato il ciclo vaccinale deve essere libero senza certificazioni e tamponi”. L’idea è lanciata anche dai presidi. “Bisogna valutare l’ipotesi di fare a meno dei tamponi dove possibile”, dice il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli. “Ma serve una valutazione di tipo sanitario. L’alternativa sarebbe quella di ampliare la rete territoriale dei soggetti che possono effettuare i tamponi”.
Nel frattempo si è già mosso l’Alto Adige. Il vicepresidente della provincia di Bolzano Waltraud Deeg e l’assessore alla Sanità, Thomas Widmann, hanno annunciato che “il periodo di didattica a distanza viene accorciato da dieci a sette giorni”. Inoltre, ha detto Widmann, le classi delle scuole d’infanzia “da uno a quattro contagi restano a scuola. Facendo comunque un test nasale. Dal quinto contagiato vanno in quarantena, ma per sette giorni e non più per dieci giorni”.
Dalla prossima settimana in Alto Adige saranno distribuiti negli asili i kit per i tamponi che i genitori potranno poi fare a casa con i loro bambini. Novità anche per le scuole superiori, dove gli studenti, fino al 50% della classe interessata dal contagio, potranno rimanere a scuola. Quando supereranno questo limite, si adotterà la didattica a distanza.
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