È stata demolita la Vela Verde di Scampia. Il simbolo di Gomorra è stato fatto a pezzi ed entro sabato sarà abbattuto l’ultimo rudere rimasto. Quando la pinza collocata all’estremità della gru ha assestato l’ultimo colpo, gli operai hanno esultato e si sono abbracciati: missione compiuta. Esulta con loro anche Angelo D’Urzo, direttore della D&D costruzioni generali che dichiara: “Abbiamo finito col fiatone. Di mezzo ci si è messa anche la pandemia. Ci siamo dovuti fermare per mesi. Poi siamo ripartiti tra tante incognite, abbiamo ripreso fiato, ma terminare il tutto nei tempi previsti sembrava una missione impossibile. E invece qualcosa che appariva un sogno, giorno dopo giorno, è diventata realtà. Tutti noi proviamo una grandissima gioia. Questo, per le attese del quartiere e della città è molto più che un semplice lavoro da portare a conclusione”.
La demolizione dei 50mila metri cubi della struttura, iniziata a febbraio, è stata interrotta durante il lock down dovuta al Coronavirus facendo slittare di qualche settimana la conclusione dei lavori. Una demolizione, quella della Vela Verde, che gli abitanti attendevano da almeno 40 anni e che rappresenta solo l’inizio del progetto chiamato “Restart Scampia” che prevede la riqualificazione urbana dell’intera area Nord. Cosa su cui il Comitato Vele insiste proprio per evitare che il programma resti inattuato. Le attese sono molto alte in un quartiere per troppo tempo etichettato come un ghetto e ne è perfettamente consapevole l’assessore all’Urbanistica per il Comune di Napoli, Carmine Piscopo, che cerca con attenzione le parole giuste per rassicurare chi ha speso una vita per una battaglia appena iniziata: “Siamo arrivati a un momento importante, ma è anche l’inizio del processo di rigenerazione dell’intera area di Scampia condotto insieme dalla collettività, istituzioni e università. Un ruolo fondamentale”, sottolinea Piscopo, “è stato svolto dagli abitanti e in particolare dal Comitato Vele a partire dalle prime istanze poste che hanno dato il via a un processo di grande portata anche per il modello partecipativo scelto per trasformare il territorio”. Al posto della vela, simbolo di Gomorra, è prevista la realizzazione di strutture sociali a supporto del quartiere, interessato anche ad altri interventi come la creazione di un polo universitario.
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