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CRONACA

Daisy Osakue e il razzismo: gli episodi che hanno fatto più discutere

L’ultimo video sfogo riporta alla mente l’aggressione del 2018, a causa della quale l’atleta rischiò di non partecipare agli Europei di atletica

Daisy Osakue, discobola atleta della nazionale italiana, è tornata a parlare di razzismo in uno sfogo che ha pubblicato su Instagram. La campionessa olimpiaca ha raccontato che mentre si trovava al piano superiore di un Apple Store di Torino è stata fermata da un addetto alla sicurezza che l’ha invitata a pagare la merce che aveva in mano prima di andarsene. Osakue non aveva alcuna intenzione di rubare, ma aveva pianificato di pagare una volta scesa al piano inferiore, dove erano presenti altri prodotti che voleva acquistare. “C’era tantissima gente e hanno fermato proprio me, bloccata all’improvviso come se stessi rubando tutto il negozio. Mi dà fastidio, molto fastidio”, ha affermato.

“Era una bella giornata, c’era il sole, e mi serviva un adattatore nuovo perché ho comprato un nuovo cellulare”, ha raccontato l’atleta nel video sfogo. “All’improvviso si avvicina un ragazzo. Ha una pettorina arancione, è uno della sicurezza. E mi dice: ‘Devi pagare prima di andare via’”. Dopo aver chiesto spiegazioni e aver chiarito di voler scendere al piano inferiore per guardare altri prodotti, Osakue si è sentita rispondere: “Sto solo facendo il mio lavoro”. A quel punto la campionessa ha perso la pazienza: “Siamo seri, guardiamoci in faccia: hai bloccato me e non altra gente, perché?”. Dopo la domanda (ovviamente retorica) Osakue ha mostrato all’addetto alla sicurezza il suo tesserino delle Fiamme Gialle: “Hai bloccato l’unico militare di colore e hai fermato me perché credevi che stessi rubando”.

In seguito al brutto evento, la discobola ha scelto di tornare a casa a piedi per sfogare almeno in parte la rabbia (ha registrato il video proprio durante la camminata) e per evitare altri spiacevoli incontri sull’autobus. “Capisco che stava lavorando, la gente ruba e tutto quello che vuoi – ha concluso l’azzurra -. Ma il ‘racial profiling’ resta ‘racial profiling’ e quando ci sono più persone dimostri che ti basi su preconcetti e non fatti. Sono stati carini i ragazzi di Apple che si sono scusati”.

L’aggressione subita nel 2018 da Osakue

Nella notte tra il 29 e il 30 luglio 2018, Osakue fu vittima di un’aggressione. Mentre era intenta a tornare a casa da sola, tre ragazzi a bordo di un’auto le lanciarono contro un uovo, che la colpì in pieno viso. Il guscio causò un’abrasione della cornea che per poco non costò all’atleta la partecipazione agli Europei di atletica, che quell’anno si svolsero a Berlino (arrivò quinta). La discobola non esitò a parlare di un’aggressione razzista, tuttavia quando furono identificati i tre 19enni fornirono un movente diverso: “Non sapevamo che cosa fare. Non siamo razzisti”. Le indagini dimostrarono che i ragazzi avevano lanciato delle uova anche contro altre persone, scelte in modo casuale, rendendo effettivamente plausibile l’ipotesi di una “bravata” fatta per scacciare la noia.

Gli insulti razzisti sui social media

Ci sono molti meno dubbi sulla natura razzista degli insulti che Osakue ha ricevuto sui social media. Anche se l’atleta è nata e cresciuta in Italia, sotto agli articoli che la riguardano non mancano mai i post di persone pronte a mettere in dubbio le sue origini o a insultarla solo per il colore della sua pelle. Anche il suo ultimo sfogo è stato commentato in modo simile e qualcuno l’ha persino invitata a “tornarsene a casa” (che, ironia della sorte, era proprio quel che stava facendo nel video).

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Alessandro Bolzani

Cresciuto a pane e libri, nutro da sempre una profonda passione per la scrittura e il mondo dei media. Dal 2018 sono redattore (o copywriter, come dicono quelli bravi) per alcuni grandi editori italiani occupandomi principalmente di salute e benessere, scienze e tecnologia. Nel 2019 ho debuttato come autore con il romanzo urban fantasy "I guardiani dei parchi", edito da Genesis Publishing.

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