Non si arresta la risalita dei casi di contagio da Covid-19 in Italia. Ciò è dovuto soprattutto al dilagare della variante Delta, ormai prevalente nel Paese, come dimostra anche l’ultimo monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute. Motivo per cui il Governo e a cascata le autorità sanitarie puntano su un rafforzamento della campagna di immunizzazione, valutando anche l’ipotesi di una terza dose per i pazienti fragili per rafforzare la protezione contro le mutazioni del virus.
Nelle ultime 24 ore, i positivi registrati sono 6.619 e 18 le vittime. Il giorno prima erano 6.171, con 19 decessi. Ma i dati sulla circolazione del Covid non gli unici fattori da tenere in considerazione. In base ai nuovi parametri per le fasce di rischio stabiliti dal Governo, bisogna infatti considerare anche i dati sui ricoveri ospedalieri e le terapie intensive. Motivo per cui alcune regioni, soprattutto al Sud Italia, sono sotto osservazione.
Certamente, ad influenzare maggiormente il quadro, è l’alto numero di turisti, che rischiano di passare delle vacanze in zona gialla. In particolare i giovani, visto che – certificano le autorità sanitarie – ora il virus sta prendendo di mira soprattutto la fascia d’età che va dai 10 ai 29 anni. Ovvero quella che ha dovuto aspettare di più il proprio turno per la vaccinazione. E che ora si vorrebbe accelerare: è attesa per oggi, infatti, la decisione dell’Ema sull’uso del siero Moderna per i 12-17enni.
“L’occupazione dei posti letto ospedalieri segna una crescita, ma contenuta; mentre l’incidenza in molte aree è sopra i 50 casi per 100mila abitanti, critica per il tracciamento. Inoltre l’Rt proiettato per la prossima settimana mostra una stabilizzazione”. Lo ha detto ieri in conferenza stampa Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss. “È un dato da confermare, ma siamo comunque sopra la soglia epidemica, e cresce l’Rt ospedaliero. Siamo in una fase in cui dobbiamo muoverci con grande prudenza”.
Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del Ministero della Salute, ha invece confermato l’ipotesi di una terza dose di vaccino anti Covid. “Non si sa ancora se nel caso della terza dose sarà necessario effettuarla con un vaccino adattato alle varianti. Di fatto le aziende stanno lavorando a vaccini adattati – ha spiegato –. Al momento teniamo aperte le opzioni e anche le decisioni prese dall’Ue guardano alle due alternative per non rimanere scoperti. Se ci si vaccinasse oggi si userebbero i vaccini esistenti, ma bisognerà valutare se fra alcuni mesi saranno necessari vaccini adattati”.
Per quanto riguarda i singoli territori, bisogna sottolineare che al momento nessuna regione e provincia autonoma supera la soglia critica di occupazione dei posti letto in terapia intensiva o area medica, anche se aumentano i ricoveri. Salgono però a venti (rispetto alle 19 della settimana scorsa) le regioni e province autonome classificate a rischio moderato. Il Molise è invece a rischio basso. In 17 registrano poi allerte di resilienza; mentre nessuna ne riporta molteplici.
Come detto, sono le regioni del Sud ad avere i parametri ospedalieri più elevati al 27 luglio. Sicilia, Calabria e Campania hanno infatti un valore di occupazione nelle aree mediche rispettivamente dell’8%, del 6,6%, e del 4,9%. Sicilia, Sardegna e Lazio hanno, nello stesso periodo, un valore di occupazione delle terapie intensive Covid rispettivamente del 4,7%, del 4,2% e del 3,7%. Infine, per quanto riguarda l’incidenza su 100mila abitanti, nel periodo 23-29 luglio, sono Sardegna (136,2), Toscana (94,5) e Lazio (87,5) le regioni ‘in testa’.
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