A causa dell’aumento dei contagi, dalla prossima settimana sei Regioni potrebbero entrare in zona arancione. Si tratta della Lombardia, del Lazio, delle Marche, della Puglia, della Basilicata e del Piemonte. Quest’ultima è la più a rischio, a causa dell’aumento a 1,02 dell’indice Rt, reso noto dall’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi. Il ministero della Salute prenderà una decisione domani, venerdì 26 febbraio, ma le probabilità di evitare la zona arancione sembrano bassissime. In ogni caso, come preannunciato da Roberto Speranza e dalla ministra Gelmini, tutti gli eventuali cambiamenti diventeranno effettivi da lunedì e non più da domenica.
Alcune provincie rischiano di entrare nella zona arancione scuro, che prevede delle misure maggiormente restrittive. Per l’area metropolitana di Bologna sono già state annunciate delle restrizioni più severe, ritenute necessarie a causa della circolazione della variante inglese del coronavirus. Raffaelle Donini, l’assessore alla Salute dell’Emilia-Romagna, ha annunciato che il passaggio alla zona arancione scuro scatterà sabato 27 febbraio. Le scuole, invece, saranno chiuse da lunedì primo marzo.
Nel corso dell’ultima settimana il numero dei positivi al coronavirus è aumentato. Solo tra lunedì e mercoledì ce ne sono stati 10mila in più rispetto al periodo 15-21 febbraio. Questo incremento sembrerebbe legato alla circolazione delle varianti del virus. Le stime della fondazione Bruno Kessler indicano che nei prossimi 15 giorni la variante inglese, che già ora rappresenta circa il 40%, diventerà prevalente rispetto al coronavirus diffuso finora nella Penisola. Ciò va ricercato nella sua contagiosità, superiore del 36% a quella della forma di Sars-CoV-2 più nota agli esperti.
Dall’ultimo monitoraggio dell’Agenas (l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) è emerso che le in 8 regioni si è superata la soglia critica del 30% dei posti letto in terapia intensiva occupati dai pazienti Covid. Si tratta dell’Abruzzo (37%), del Friuli Venezia Giulia (33%), della Lombardia (33%), delle Marche (36%), del Molise (36%), della Provincia autonoma di Bolzano (35%), della Provincia autonoma di Trento (39%) e dell’Umbria (57%).
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