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Tra i giovani che hanno da poco messo le mani su una laurea in medicina c’è anche chi ha iniziato a effettuare i test rapidi nelle farmacie. È questo il caso di Flavia Antonucci, neolaureata in medicina a La Sapienza lo scorso giugno. “Neolaureati in medicina che si rifiutano di lavorare nei reparti Covid? È una scelta libera. Certo è che se uno sceglie la professione del medico dovrebbe esserci la volontà di aiutare in un contesto in cui possiamo essere utili anche solo nelle piccole cose. Visto che c’è un’emergenza così grande forse è il caso di mettersi tutti al lavoro cercando di aiutare il più possibile“.
“Da quest’anno l’abilitazione alla professione avviene al conseguimento della laurea. Mi sono laureata a giugno. Adesso sto lavorando come volontaria nelle farmacie per effettuare test rapidi e test sierologici, ma lavoro anche per altre strutture che offrono lo stesso tipo di servizio“, spiega Antonucci. Secondo lei la possibilità di effettuare questi esami in farmacia permette di alleggerire la pressione sui drive-in e sugli ospedali. “La scelta? Se questa è la strada che uno vuole intraprendere non ti chiedi perché; io non ci ho pensato due volte. Paura? All’inizio ne avevo un po’, ma non tanto del contagio. È un rischio da mettere in conto e comunque in futuro ci saranno altre malattie. Il problema era capire il protocollo per effettuare i tamponi“, ha concluso.
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