L’indice Rt scende di poco, ma l’incidenza dei casi di Covid-19 in rapporto alla popolazione inizia a preoccupare. È questo quello che emerge dai dati del monitoraggio settimanale che l’Istituto Superiore di Sanità pubblica ogni venerdì attraverso i propri canali ufficiali. In particolare, l’Rt scende da 1,18 a 1,13. Mentre l’incidenza passa da 176 a 241 casi per ogni 100mila abitanti.
Un altro dato che preoccupa, fra quelli analizzati e diffusi dall’Iss nel monitoraggio settimanale, è quello legato ai nuovi casi non associati alle cosiddette catene di trasmissione. Sono 42.675, contro i 37.278 della settimana precedente.
In salita anche il tasso di occupazione dei reparti di terapia intensiva, che alla rilevazione giornaliera del 16 dicembre si attesta al 9,6%. La variazione è dell’1,1% in più rispetto alla rilevazione di sette giorni prima. Ed è più alto anche il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale: al 16 dicembre è infatti al 12,1%, con un aumento dell’1,5% rispetto a giovedì 9.
L’incubo di un Natale segnato da forti limitazioni resta, anche se le aree che andranno in zona gialla da lunedì, cioè Liguria, Marche, Veneto e Provincia autonoma di Trento, avranno regole piuttosto simili a quelle della zona bianca, fatta eccezione per l’obbligo di mascherina anche all’aperto.
In zona gialla (in cui, ricordiamo, c’è già la Calabria), dalla settimana che parte il 27 dicembre potrebbero finirci anche Emilia Romagna, Lazio e Lombardia. È bene ricordare che, per finire in zona gialla, l’incidenza a livello regionale deve superare i 50 casi settimanali ogni 100mila abitanti, l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva deve essere pari o superiore al 10% e quella in area medica pari o superiore al 15%.
Cifre potenzialmente peggiori sono quelle del Friuli Venezia Giulia, che addirittura rischia la zona arancione (con regole ben diverse e restrizioni molto più forti rispetto alla zona gialla). Secondo l’ultimo monitoraggio, la Regione più a Nordest d’Italia registra 378 casi settimanali ogni 100mila abitanti e vede i reparti ospedalieri in affanno, con il 23,3% dei letti occupati in area medica e il 14,3% in terapia intensiva.
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