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Davide Cocirio, della Farmacia Lingotto di Torino, spiega come avvengono i tamponi rapidi nella sua struttura.
“Il cliente viene prenotando il test, che noi effettuiamo tre volte a settimana con un infermiere professionale. Il paziente fa un percorso diversificato rispetto a quello della farmacia e si reca in una stanza che viene regolarmente igienizzata. Gli viene misurata la temperatura, deve compilare un modulo di consenso di caricamento dei dati dell’esito sulla piattaforma regionale, in quanto dovesse risultare positivo parte in automatico la misura. L’infermiera poi fa il prelievo attraverso il tampone naso faringeo. L’esito arriva entro 15 minuti. In alcune Regioni come il Lazio anche il farmacista può procedere, ci sono però dei profili di rischio e richiede delle competenze specifiche. Le normative non sono così chiare, non c’è un vero e proprio decreto attuativo e non tutte le farmacie dispongono di uno spazio separato apposito”.
Proprio nelle scorse ore una dottoressa della farmacia di Torino San Domenico aveva fortemente polemizzato sulla difficoltà di effettuare tamponi rapidi. “In Piemonte la Regione da quasi un mese aveva annunciato che i tamponi rapidi sarebbero stati a disposizione dei cittadini. La possibilità di farli è arrivata da poco ma dovremmo reperire infermieri e prendere accordi. Quello che sappiamo è che serve un luogo staccato dalla farmacia e con personale specializzato”.
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