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Il Piemonte, così come Lombardia e Marche, è tornato in zona arancione in seguito all’aumento dei casi di contagio da Covid-19. Ad allarmare gli esperti è soprattutto il diffondersi delle varianti, che rischiano di rivelarsi più contagiose del virus così come abbiamo imparato a conoscerlo. In molti temono che si possa tornare a una condizione di lockdown generalizzato, soluzione che il virologo dell’Amedeo di Savoia di Torino, Giovanni Di Perri, si augura invece di poter escludere.
“Lockdown? Qualche restrizione sì, mi auguro si inventino qualcosa di diverso, qualche apertura si può fare“, le sue parole.
E ancora: “Questo però è il momento più difficile di tutta l’epidemia, perché c’è l’incertezza delle conseguenze delle varianti su pericolosità e risposta ai vaccini. La strategia di rincorsa alla variante se siamo lenti rischia di durare troppo. Sui vaccini abbiamo problemi legati alle forniture e a una programmazione che non può essere seguita come speravo. Adesso, a inizio marzo, elementi di ottimismo a breve termine non ne abbiamo. Se tra un mese avremo più vaccini la prospettiva cambierà“, ha aggiunto.
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Tra le varianti più diffuse anche in Italia, quella che sembra essere, al momento, più pericolosa è quella inglese. Il virologo, però, prende ad esempio il Regno Unito, evidenziando come questa possa essere dominata: “Certamente in questa fase i casi sono in aumento, nell’ultima settimana abbiamo avuto un incremento del 20%“, ha sottolineato ancora Di Perri.
“Questo fa parte di un quadro che parte da gennaio, in questa fase ci sono anche le incognite della variante inglese, per cui siamo in una dinamica da criticità ad alti numeri. È una variabile che si farà sentire, e non ne sentivamo il bisogno. L’Inghilterra però fa ben sperare: ha avuto un aumento elevato, anche per quanto riguarda la mortalità, ma ora hanno avuto una decrescita dovuto ai vaccini e al lockdown. Il che ci dimostra che anche la variante inglese può essere dominata, dando però corpo all’accelerazione della vaccinazione. Non è una terza ondata, ma una ripresa della seconda“, ha concluso il virologo dell’Amedeo di Savoia di Torino.
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