Covid: decessi, contagi e ricoveri
in calo secondo il Gimbe

Tutti i numeri in calo nella settimana 8-14 settembre, rispetto alla precedente, secondo la Fondazione Gimbe. Dai decessi per Covid ai contagi. Scendono del -14,7% i nuovi casi (33.712 rispetto a 39.511), del -6,7% i decessi (389 rispetto 417). Dell’-8,8% le persone in isolamento domiciliare (117.621 rispetto a 128.917), del -3,3% i ricoveri con sintomi (4.165 rispetto a 4.307) e del -1,6% le terapie intensive (554 rispetto a 563). La Fondazione sottolinea come in ospedale ci siano “quasi esclusivamente persone non vaccinate”.

La presa di posizione del Gimbe sull’informazione anti-scientifica

Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe nel nuovo report settimanale, interviene nel dibattito scatenato dal convegno promosso dalla Lega e ospitato pochi giorni fa in Senato. Si era parlato di terapie alternative contro il Covid, tra cui l’antiparassitario ivermectina e l’idrossiclorochina. Entrambi sconsigliati dalle autorità sanitarie. “È inaccettabile la presa di posizione di personaggi pubblici, tra cui medici e politici, che, sovvertendo la metodologia della ricerca scientifica, alimentano la disinformazione mettendo a rischio la salute delle persone. Soprattutto di quelle indecise, che rifiutano vaccini efficaci e sicuri confidando in protocolli di terapia domiciliare non autorizzati o addirittura in farmaci dannosi e controindicati”.

Cartabellotta: “Si rischia un aumento delle ospedalizzazioni”

Un comportamento per Cartabellotta tanto più rischioso considerando il particolare contesto in cui ci troviamo. “Il progressivo aumento delle coperture vaccinali e l’adesione ai comportamenti individuali”, spiega ancora il presidente della Fondazione Gimbe, “hanno permesso di contenere la quarta ondata. E i nuovi casi e i ricoveri hanno finalmente iniziato a scendere. Tuttavia con l’autunno alle porte, la riapertura delle scuole e i 9,4 milioni di persone, oltre agli under 12, che non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino, si rischia una ripresa della circolazione del virus e un aumento delle ospedalizzazioni con conseguenti limitazioni nell’assistenza ai pazienti non Covid-19″.

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