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La tecnologia robotica sta facendo passi da gigante nel settore della sanità, tanto che si stima che entro 10 anni in ogni sala operatoria sarà presente un robot per coadiuvare il lavoro degli specialisti.
Un futuro che però è già presente in Italia e in particolare a Maria Cecilia Hospital. Qui infatti si è svolto per la prima volta, fuori dagli USA, un intervento per l’inserimento di uno stent carotideo con l’utilizzo di un robot.
Il sistema di guida robotico offre innumerevoli benefici, permettendo di massimizzare la precisione dell’operatore nell’ambito dell’interventistica vascolare. In particolare nell’inserimento e posizionamento dei cateteri per l’applicazione di stent.
“Presso Maria Cecilia Hospital utilizziamo la tecnologia robotica principalmente per interventi complessi sulle coronarie“ ha raccontato il dott. Paolo Sbarzaglia.
“Considerato che i device, stent e cateteri, utilizzati per l’interventistica coronarica sono analoghi a quelli impiegati per le procedure carotidee, abbiamo studiato la possibilità di poter intervenire con il sistema robotico per ottenere una maggior precisione nel trattare una stenosi dell’arteria carotide”.
Il paziente, un 76enne romagnolo, era stato operato in passato per un’angioplastica carotidea a causa dell’aterosclerosi. Una patologia caratterizzata dall’accumulo di placche sulle pareti interne dei vasi che impediscono il corretto afflusso di sangue.
“Da quando mi hanno diagnosticato il diabete mi sottopongo a controlli periodici” ha raccontato il 76enne Pier Giuseppe. “Durante uno di questi è emerso che una placca ostruiva la carotide in maniera severa. Ho subito contattato il Maria Cecilia Hospital per tutti gli esami necessari che mi hanno portato all’intervento con il sistema robotico effettuato dal dott. Sbarzaglia. Oggi sto bene, seguo le cure prescritte e mi sottoporrò alla visita di controllo tra un mese”.
“La tecnologia robotica è già applicata in interventi complessi sulle coronarie” ha spiegato il Dr. Paolo Sbarzaglia “ma questa è la prima volta fuori dagli Stati Uniti nel trattamento di una stenosi della carotide“.
Il sistema robotico di ultima generazione è il Corindus CorPath GRX di Siemens Healthineers e ora le prospettive diventano davvero interessanti. “Al momento la distanza dal paziente è di qualche metro, a volte in una sala adiacente” ha continuato Sbarzaglia. “Ma con il progredire della connettività in futuro potremo assistere ad interventi a distanza senza alcuno spostamento presso le strutture ospedaliere” ha concluso.
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