“Da un punto di vista giuridico è allarmante e assolutamente preoccupante che si continui a parlare, anche nel Governo, di carcere duro, che in Italia non può esistere per la Costituzione“. Lo ha riferito Gianluca Vitale, avvocato penalista di Torino, sostituto dell’avvocato di Alfredo Cospito, Flavio Rossi Albertini, commentando il caso del suo assistito che continua a dividere la politica. “Non può esserci un quid pluris di afflizione, almeno nel nostro sistema costituzionale – ha poi aggiunto -. È di questo che occorre parlare: il 41 bis, a prescindere che sia nei confronti di Alfredo Cospito o di un mafioso, è usato come supplemento di punizione, con due finalità. La prima è quella di estorcere una collaborazione, e si chiama tortura, ed è vietato in Italia e nel mondo. La seconda finalità è quella di pena esemplare, di punizione ulteriore ed è totalmente incostituzionale“.
Vitale ha poi sottolineato che “quando muore una persona nella disponibilità dello Stato, lo Stato ha una responsabilità“. “Qui ci sarebbe un’evidente responsabilità dello Stato, perché ha rifiutato ogni interlocuzione, con gli apparati giudiziari o politico amministrativi, utilizzando anche strumentalmente linguaggi da anni Settanta, da strategia della tensione, o allarmi terroristici che mi sembrano fuori luogo“, ha puntualizzato l’avvocato. Sicuramente, ha aggiunto, “c’è ancora una soluzione a questo caso, che non è quella di liberare Cospito, ma quella di lasciarlo in carcere in condizioni compatibili con un Paese civile, cosa che ora non è. La colpa, in caso di decesso, ricadrebbe sicuramente negli apparati dello Stato, che hanno rifiutato di dare piena attuazione alle norme, come stabilità dalla costituzione“. Commentando poi la scelta del suo assistito di astenersi dal cibo da oltre 100 giorni contro il 41 bis, Vitale ha commentato: “La decisione di Cospito di fare lo sciopero della fame è una decisione che va rispettata, evidentemente lui ha compreso che quello era l’unico modo per urlare da quel cubicolo in cui era stato rinchiuso a Sassari“.
L’avvocato di Cospito ritiene che il ministro Carlo Nordio “possa intervenire sul 41 bis“.
“Il 41 bis nasce su input ministeriale, in questo caso della ministra Cartabia. In questo momento non c’è un’associazione all’esterno, quindi essendo emersi elementi nuovi penso che il ministro possa revocare il 41 bis, credo che la questione è e debba essere strettamente giuridica: giuridicamente la soluzione non può che essere questa“, ha aggiunto.
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