Ci sono 84 ospiti ricoverati che hanno tra gli 85 e i 95 anni con alcuni ultracentenari ad arrotondare la media verso l’alto. A due mesi dalla scoperta del paziente 1, a Codogno, nessuno di loro è stato contagiato dal Coronavirus. Un caso unico, quello della Domus Patrizia di Milano, in queste giornate di bilanci drammatici per le Rsa lombarde.
Non si può definire un colpo di fortuna, ma è il frutto della strategia più prudente possibile. La responsabile della struttura, Manuela Massarotti, ha deciso di chiudere la Domus Patrizia, una delle prime Rsa milanesi, nata in zona Porta Romana nel 1965, sette giorni su sette e 24 ore su 24. Oltre agli anziani, non si sono ammalati neanche altrettante persone che lavorano all’interno della struttura: una sessantina tra infermieri, medici, e addetti alle pulizie, una ventina di impiegati nel servizio di refezione, e altri dieci tra portieri e manutentori.
Dal 23 febbraio le porte della Domus Patrizia sono chiuse sia per i parenti che per gli ospiti autosufficienti che di solito escono. Insieme a loro ci sono anche 16 operatori che hanno deciso di restare dentro in isolamento. E la possibile riapertura per il prossimo 4 maggio sarà lenta e molto cauta: “Non possiamo assolutamente vanificare tutti gli sforzi fatti finora”.