Scoppia polemica dopo le parole di Alberto Zangrillo, direttore della terapia intensiva del San Raffaele di Milano, sul Coronavirus. Il medico era intervenuto alla trasmissione televisiva Mezz’ora in più, condotta da Lucia Annunziata, affermando che il virus “clinicamente non esiste più”. Queste le parole utilizzate da Zangrillo su Rai3: “Circa un mese fa sentivamo epidemiologi temere una nuova ondata tra fine maggio e inizio giugno e chissà quanti posti di terapia intensiva da occupare. In realtà il Coronavirus dal punto di vista clinico non esiste più. Questo lo dice l’università Vita e Salute San Raffaele, lo dice uno studio del direttore dell’Istituto di virologia Clementi, lo dice il professor Silvestri della Emory University di Atlanta”. Il medico si è detto “consapevole del dramma che hanno vissuto i pazienti che non ce l’hanno fatta”, ma che “non si può continuare a portare l’attenzione in modo ridicolo, come sta facendo la Grecia, sulla base di un terreno di ridicolaggine, che è quello che abbiamo impostato a livello di Comitato scientifico nazionale e non solo, dando la parola non ai clinici e non ai virologi veri. Il Coronavirus dal punto di vista clinico non esiste più. Ci metto la firma”.
Secondo Zangrillo, poi, “sono tre mesi che tutti ci sciorinano una serie di numeri che hanno evidenza zero. Siamo passati da Borrelli a Brusaferro e tutti questi cos’è che hanno portato? A bloccare l’Italia, mentre noi lavoravamo. Adesso noi che abbiamo visto il dramma chiediamo di poter ripartire velocemente, perché vogliamo curare le persone che altrimenti non riusciamo a curare. Ci sono tutte le evidenze affinché, da oggi, questo Paese possa tornare ad avere una vita normale”. Quindi, continua Zangrillo, “terrorizzare il Paese è qualcosa di cui qualcuno si deve assumere le responsabilità. I nostri pronto soccorso e reparti di terapia intensiva sono vuoti. La Mers e la Sars, le due precedenti epidemie condizionate dal Coronavirus, sono scomparse per sempre, praticamente. Quindi è auspicabile che capiti anche ora. Non vedo perché, avendo due scelte, dobbiamo utilizzare quella che ci fa più male”.
Non si sono fatte attendere le risposte del Comitato tecnico scientifico e del Ministero della Salute alle dichiarazioni di Zangrillo sul Coronavirus. Primo tra tutti Luca Richeldi, che ha sottolineato come, se da una parte “è indubitabilmente vero e rassicurante il fatto che la pressione sugli ospedali si sia drasticamente ridotta nelle ultime settimane”, dall’altra “non va però scordato che questo è il risultato delle altrettanto drastiche misure di contenimento della circolazione virale adottate nel nostro Paese”. È poi arrivata anche la risposta di Franco Locatelli, che più volte in questi mesi ha invitato alla prudenza. Con un intervento duro, Locatelli si è detto sorpreso dalle frasi del collega: “Basta semplicemente guardare al numero di nuovi casi di positività a SARS-CoV-2 che vengono confermati ogni giorno per avere dimostrazione della persistente circolazione in Italia del nuovo Coronavirus”, ha sottolineato il presidente del Consiglio superiore di sanità.
Consapevole dell’aumento dei posti di terapia intensiva, che, spiega, “serviranno anche in futuro a chi ne avrà bisogno anche per situazioni cliniche diverse da Covid-19”, Locatelli sottolinea anche lui l’importanza delle misure di lockdown che “hanno prodotto gli effetti sperati contenendo la diffusione epidemica con risparmio di tante vite umane” e, conclude: “Questo risultato inconfutabile deve spingere a continuare sul percorso della responsabilità dei comportamenti individuali, da non disincentivare attraverso dichiarazioni pericolose che dimenticano il dramma vissuto in questo Paese. È altrettanto chiaro, anche a occhi non esperti, che la gestione clinica dei malati è certamente oggi facilitata dal minor numero di casi rispetto a quelli osservati nei giorni di picco e da quanto si è imparato in questi mesi. Questi sono i fatti concreti”, chiosa. “Il resto opinioni personali”. Parole simili sono state espresse da Sandra Zampa, sottosegretaria alla Salute: “Se le cose vanno meglio questo è merito delle misure di lockdown assunte dal Governo. In ogni caso in attesa di evidenze scientifiche a sostegno della tesi della scomparsa del virus, della cui attendibilità saremmo tutti felici, invito invece chi ne fosse certo a non confondere le idee degli italiani, favorendo comportamenti rischiosi dal punto di vista della salute”.
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