Il coronavirus in Italia, ma non solo, preoccupa ancora. A dirlo è Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico che sta lavorando a fianco del governo nella gestione della crisi sanitaria. “Tornare indietro sarebbe una catastrofe, ma è bene sapere che se i contagi continueranno a salire i lockdown locali saranno inevitabili”. Lo ha detto in un’intervista concessa al Corriere della Sera, in cui ha sviscerato numerosi temi caldi, dal ritorno nelle scuole ai piani da seguire per cercare di limitare i danni.
I nuovi contagi, negli ultimi giorni e secondo i bollettini diramati, segnalano un aumento. “Noi monitoriamo la situazione e guardiamo i dati. Ci piacerebbe molto far tornare la situazione alla normalità. Ma adesso c’è grande preoccupazione”, ha spiegato Miozzo. Il coronavirus, insomma, non è ancora alle spalle. “Abbiamo anche persone giovani che stanno entrando nelle terapie intensive. Nessuno è invulnerabile. Ricordiamoci che questa è una malattia maledetta. Quando colpisce può fare male”. Particolare attenzione, in queste ore, agli stranieri che vengono in Italia o agli italiani che tornano dalle vacanze, per cui il governo ha già imposto test rapidi e tamponi. Specie per chi arriva da Spagna, Croazia, Malta e Grecia. Ma anche Bulgaria e Romania. “Ma bisognerebbe avere regole uguali per tutti. Molti Paesi hanno già imposto quarantene. Io credo sia un problema che la Commissione dovrebbe governare meglio, coordinandosi con l’Oms. Suggerire un approccio europeo più coordinato”, ha commentato Miozzo.
Secondo l’esperto, è fondamentale limitare gli assembramenti, specie nel periodo estivo. “Possiamo anche bere lo spritz, ma se ci ammucchiamo non ci sarà scampo”, ha specificato. Obietti: limitare i danni. “Continuiamo a lanciare messaggi di educazione, chiediamo di prepararsi a una nuova possibile emergenza, di limitare i danni”, ha detto ancora. Poi un passaggio sul rientro dei ragazzi a scuola. “Adesso è questa la nostra priorità, il settore dove si misura la vittoria della nostra battaglia. Noi dobbiamo garantire il ritorno in sicurezza dei ragazzi a lezione, degli insegnati, del personale”, ha detto Miozzo. “Rischiamo di vanificare ogni sforzo, questo mi preoccupa e mi fa arrabbiare. Ci rendiamo conto che cosa vuol dire se si dovesse tornare all’insegnamento a distanza? Sarebbe un incubo”, ha concluso l’esperto.
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