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“L’esperienza dell’Hotel Michelangelo è un modello vincente ed efficace per la gestione delle fasi non critiche della malattia, fondamentale per evitare l’espansione e il contagio all’esterno”. Con queste parole l’assessore all’Urbanistica della città di Milano, Pierfrancesco Maran, ha dichiarato conclusa l’esperienza dell’Hotel Michelangelo di Milano dopo la conversione dell’albergo a struttura sanitaria per accogliere i pazienti positivi al coronavirus. Dalla fine di marzo, la struttura nei pressi della stazione Centrale, ribattezzata Covid Hotel, ha ospitato 511 malati nelle sue 280 stanze distribuite su 16 piani.
“Quello che abbiamo messo in atto è un modello facilmente replicabile, in maniera più piccola, per scongiurare eventuali nuove ondate di contagi da Coronavirus – ha aggiunto Maran durante una conferenza stampa -. Noi tutti, ovviamente, speriamo che questo non sia necessario”.
L’hotel, durante il periodo di emergenza, è stato gestito dalla cooperativa Proges, mentre Milano Ristorazione ha fornito pranzi e cene ai malati. In media gli ospiti, obbligati ad occupare la stanza da soli, sono stati 120, con un picco di 200 presenze nel periodo fra la metà di aprile e quella di maggio. Nello spiegare i dati, i relatori hanno sottolineato l’importanza della quarantena inter-familiare, perché è fra le mura di casa che il virus ha trovato terreno fertile per il contagio.
Il prefetto Saccone: “Esperienza Hotel Michelangelo immediatamente positiva”
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Il prefetto di Milano, Renato Saccone, ha ringraziato la proprietà dell’Hotel Michelangelo e ha confermato l’utilità della conversione della struttura nella fase più acuta dell’emergenza Covid. “Oggi si chiude un’esperienza immediatamente positiva – ha affermato il prefetto – perché dalla sua apertura il 30 marzo ha risolto da subito problemi enormi presenti in tanti luoghi di comunità, come ad esempio le caserme delle forze dell’ordine”.
“Chiude un luogo utile alla città, sicuro e fraterno – ha aggiunto Saccone -. Entro la settimana gli ultimi pazienti saranno trasferiti a Linate in una strutta più piccola. Strutture permanenti? Io spero che parlando di coronavirus la parola permanente sparisca presto. Certo, siamo pronti a mantenere attivi questi luoghi fino all’ultimo giorno utile”.