(Torino). Il Coronavirus rappresenta un’emergenza sanitaria, ma anche economica. E tra le attività messe in ginocchio dai blocchi attuati per contrastare la pandemia, c’è anche il settore dei parchi zoologici. Lo spiega senza giri di parole Filippo Saccà, direttore generale di Zoom, il bioparco alle porte di Torino: “Se si riuscirà ad aprire per giugno ce la caveremo e sopravviveremo. Ma per il momento siamo lasciati allo sbaraglio dal Governo, non abbiamo comunicazioni dal Governo e dalla Regione su quando potremo riaprire“.
La situazione, molto delicata, è andata peggiorando dopo i primi provvedimenti anti Coronavirus. E il motivo è molto chiaro: “Da fine febbraio abbiamo chiuso i battenti. Avevamo appena riaperto per Carnevale, ma ovviamente stando alle disposizioni governative abbiamo chiuso tutto. Per noi però il problema è che siamo chiusi al pubblico, ma non possiamo rimanere chiusi per gli animali. Loro ovviamente vanno curati e sfamati tutti i giorni. Quindi non abbiamo incassi e ricavi, ma sosteniamo ingenti costi“.
Il bioparco durante e dopo il Coronavirus
“Il governo ci ha lasciato un po’ soli“, si lamenta Saccà”. “Le piccole e medie imprese hanno dovuto chiudere a causa del Coronavirus, però a fronte dei mancati incassi hanno anche limitato i costi. Noi invece continuiamo a sostenere ogni giorno i costi per salvaguardare gli animali“.
La struttura però si è già messa all’opera per il momento in cui i provvedimenti contro il Coronavirus saranno meno stringenti: “Da mesi lavoriamo a una nuova fase 2 per garantire al massimo la sicurezza. Siamo fiduciosi, perché in un parco di 160mila metri quadrati completamente all’aperto possiamo garantire la sicurezza per i visitatori. Potremmo contingentare il numero massimo di persone nel parco per evitare assembramenti. Riguardo alle distanze agli ingressi e nel flusso delle visite, il personale può controllare e ci saranno degli addetti al distanziamento“.
Niente persone: anche gli animali soffrono
Irene Carnovale, responsabile dei Keeper a Zoom, aggiunge alcuni dettagli su come perfino gli animali stanno soffrendo per la mancanza di persone dovuta al Coronavirus: “È una situazione surreale. Il tempo è bello, fa caldo. La primavera è uno dei momenti migliori per godersi il parco. Alcuni animali amano stare spesso nelle zone interne, perché sono molto legati ai cicli della luce e delle temperature, ma in questo periodo amano stare fuori. È anche un periodo di nascite, c’è un’esplosione di vita che non possiamo condividere con i visitatori. Alcuni animali solitamente godono della presenza dei visitatori, e ora risentono di questa situazione“.
E chi lavora al bioparco ha preso provvedimenti in tempi di Coronavirus: “Abbiamo dovuto adeguarci ai protocolli di sicurezza sia con il personale nei turni che a pranzo con il distanziamento sociale. Anche con gli animali abbiamo preso alcune precauzioni extra“.