Domenica 26 aprile, Piacenza deserta. L’esperto di droni, Gian Francesco Tiramani, ha sorvolato il centro storico della città emiliana dove rimangono rigide le restrizioni sulla ripartenza per l’emergenza coronavirus, a differenza del resto del Paese.
“Dall’alto hai percezioni ed emozioni che non puoi avere a terra“, dice. Nel resto della regione, così come in tutta Italia, già da oggi potranno ripartire le imprese e i distretti del settore manifatturiero la cui attività sia rivolta prevalentemente all’export e le aziende del comparto costruzioni per i soli cantieri di opere pubbliche su dissesto idrogeologico, edilizia scolastica, edilizia residenziale pubblica e penitenziaria.
Coronavirus, Bonaccini: “Rispettare protocolli di sicurezza”
“Lo potranno fare -spiega il presidente della Regione Stefano Bonaccini- solo se in condizioni di rispettare i protocolli sulla sicurezza nei luoghi di lavoro firmati da Governo e parti sociali, inviando una comunicazione ai Prefetti“. E ancora: “Dal Governo -prosegue- viene così accolta la nostra proposta, che qui avevamo condiviso con tutte le parti sociali nel Patto per il lavoro regionale. Si riparte anticipatamente solo dove si è nelle condizioni di garantire le condizioni di salute delle lavoratrici e dei lavoratori. In particolare, avevamo chiesto avvenisse in due settori: le filiere a maggior valenza internazionale e le costruzioni, riferite alle opere pubbliche.
Nonostante la parziale apertura, Bonaccini ci tiene a sottolineare come questo non debba essere in alcun modo inteso come un via libera generalizzato. “Sia chiaro, non siamo in presenza di alcun via libera generalizzato e incondizionato – conclude il presidente della Regione Emilia Romagna –. L’azione di contrasto al contagio prosegue e deve proseguire, ma nel frattempo creiamo le condizioni per ripartire gradualmente, con l’intero sistema socioeconomico regionale che si fa garante del rispetto delle condizioni di sicurezza. Certo è che siamo di fronte a un passo avanti importante, al quale siamo arrivati facendo gioco di squadra, come siamo abituati a fare in Emilia-Romagna“.