Coronavirus, i disagi delle famiglie arcobaleno: nessun congedo né bonus

“Non ho potuto accedere al congedo parentale perché non ho ottenuto il riconoscimento della genitorialità”. Anastasiia Khadzhynova e Flaminia Musco e i loro due figli sono soltanto una delle tante famiglie arcobaleno che durante l’emergenza Coronavirus hanno visto crearsi situazioni molto difficili. Oltre alla negazione dei congedi parentali, per i genitori separati che non hanno riconoscimento legale è un rischio anche solo uscire di casa per andare a trovare il proprio figlio, come nel caso di Alessia Crocini. Anche per Antonella Stellabella, ostetrica e mamma single, ottenere il sostegno che dovrebbe avere dal Cura Italia diventa molto difficile: “Come mi devo muovere?”

Le difficoltà delle famiglie arcobaleno durante il Coronavirus: “Per legge noi non esistiamo”

Anastasiia Khadzhynova racconta così le difficoltà delle famiglie arcobaleno durante l’emergenza Coronavirus: “Ci siamo sposate, perché Flaminia doveva partorire a breve. Abbiamo poi provato a fare la richiesta di riconoscimento dei figli, ma non mi è stato concesso. Non essendo considerati genitori, non abbiamo quindi diritto ad alcun congedo”. “Non ci sono proprio delle specifiche all’interno della burocrazia dell’Inps sui congedi parentali che riguardano proprio le famiglie arcobaleno”, ha detto Flaminia Musco. “Essendo soltanto io mamma, mi muovo e faccio le domande sui moduli come se fossi una mamma single. Né più né meno”. Durante la gestione del Coronavirus, quindi, “per tutto quello che riguarda le altre procedure burocratiche, tipo i bonus, la famiglia arcobaleno è come se non esistesse. Perché non c’è alcun diritto né facilitazione in questo”.

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