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“Le immagini viste nelle città nei giorni scorsi sono, per chi come noi lotta dal 21 febbraio contro questo virus, fastidiose e irrispettose“. Questo il lapidario commento di Francesco Passerini, sindaco di Codogno, sulle folle viste soprattutto in Lombardia e Piemonte nella prima domenica dall’entrata nella cosiddetta zona gialla.
“Ci vuole una grande campagna di responsabilizzazione individuale” aggiunge il sindaco della città che prima di tutte ha vissuto il dramma della pandemia e del lockdown in Italia. “Noi, però, diciamo un forte no al ritorno al lockdown per le feste di Natale – afferma –. La nostra comunità ha dimostrato con i numeri che con le giuste e basilari attenzioni si possono contenere i contagi“.
Il sindaco Passerini: “Resto d’Italia imiti Codogno”
“Dobbiamo tenere sempre alta l’attenzione – prosegue nella sua disamina il sindaco di Codogno -. La vittoria contro questo virus passa dalla responsabilizzazione di tutti noi. Io faccio il sindaco di questa cità, posso dire che la nostra comunità cittadina è stata rispettosa sin da febbraio, le sanzioni sono state poche. Spero che il comportamento degli abitanti di Codogno sia emulato nel resto del Paese, è importante per combattere questo virus”.
Per quel che riguarda i numeri nella città del Lodigiano, Passerini spiega: “Già da ottobre i contagi in città sono ridottissimi. A differenza di altre realtà, non abbiamo pensato a una ‘Codogno non si ferma’. Abbiamo capito la situazione e, anche se in questa seconda ondata non siamo stati colpiti come in altre città, abbiamo mantenuto alta l’attenzione. Lo abbiamo fatto sapendo che, altrimenti, la situazione avrebbe potuto essere ancora molto critica“.
“Lockdown a Natale? Io dico no”
L’istituzione di una sorta di zona rossa nazionale durante il periodo natalizio sembra ormai un’ipotesi più che concreta: a tal proposito, però, il sindaco di Codogno va controcorrente: “Zona rossa da qui a Natale? Io dico no. Per me la curva dei contagi si può gestire con una serie di comportamenti corretti e con limitazioni particolari che possano evitare assembramenti. Bisogna decidere con lucidità”.
“So cosa vuol dire firmare un’ordinanza che prevede restrizioni, penso che nessun sindaco lo faccia a cuor leggero. L’obiettivo, però, è quello di tutelare la comunità il più possibile. Ognuno si assume le proprie responsabilità, il nostro territorio lo ha fatto” conclude Passerini.