(roma). Ci troviamo davanti una nuova fase, che vede una prima ripartenza dell’economia italiana. Per due mesi, e forse altri ne passeranno prima che torni tutto alla normalità, c’è stato un blocco totale. Ma quali sono gli effetti di questa pandemia sullo sviluppo ambientale e sugli obiettivi dell’agenda 2030 che tanto erano fondamentali prima che tutto cadesse nell’emergenza coronavirus? Ce lo spiega Eleonora Rizzuto, presidente AISEC, associazione italiana per lo sviluppo dell’economia circolare, e membro Asvis, alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile. “Un effetto importante è quello di aver interrotto dei circoli virtuosi che si erano creati. Come ad esempio il posto privilegiato conquistato dall’Italia, sul riciclo di materie prime e seconde e quindi di aver messo in pratica il modello di economia circolare, ma che con l’arrivo del coronavirus è passato in secondo piano”
Rizzuto spiega che prima dell’emergenza coronavirus si erano creati dei circoli virtuosi, che avevano permesso all’Italia di conquistare un posto importante in ambito europeo. Il modello dell’economia circolare era stato messo in pratica in vari contesti, tra cui il riciclo delle plastiche. “Sappiamo che in Europa la plastica è sotto osservazione anche dal punto di fiscale, perché l’obiettivo è diminuire la produzione. L’emergenza Covid-19 ha fermato questi cicli virtuosi, creando delle situazioni difficili da gestire”.
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