Se il tema del coprifuoco alle 22 piuttosto che alle 23 continua a essere rovente nel dibattito politico italiano, spunta lo schema a cui il Governo si dovrebbe attenere verso gli eventuali futuri nuovi allentamenti delle misure anti Coronavirus. E in particolare quelle che impediscono la circolazione dei cittadini nelle ore tardo serali e notturne.
A riassumere tale schema è ‘Il Corriere della Sera’, che inizia la sua analisi ricordando una data cardine: quella del 14 maggio. Sarà quello il giorno in cui sarà chiaro se le riaperture di bar e ristoranti all’aperto e dei luoghi dello spettacolo abbiano influito sull’andamento dei contagi e soprattutto sulla tenuta delle strutture sanitarie. Saranno poi indispensabili due condizioni, anzi tre: due monitoraggi con la curva epidemiologica in discesa e il terzo che conferma l’abbassamento dell’indice di contagiosità. Solo in questo caso il coprifuoco potrebbe essere effettivamente ridiscusso.
Il primo dei tre monitoraggi di cui si parlava arriverà già domani. Non potrà certo essere già indicativo degli effetti del decreto in vigore dal 26 aprile (riguarda infatti dati antecedenti), ma la sua utilità resta elevatissima. Permetterà infatti all’Istituto superiore di Sanità e al ministero della Salute di individuare le aree di maggior rischio. Prima importante linea di demarcazione per cambiare la regola sul coprifuoco sarà quindi il bollettino del 7 maggio. Analizzerà infatti i primi 15 giorni post decreto, gli effetti della zona gialla dalle 5 alle 22 in 13 Regioni italiane, i mezzi pubblici più affollati, il 70% degli studenti fisicamente a scuola. E gli effetti del “temutissimo” weekend del 1° maggio.
Tra il 7 e il 14 maggio, quindi, arriverà il tempo delle decisioni. Dapprima si riunirà la cabina di regia, poi i partiti che compongono l’attuale maggioranza. Saranno quelli i giorni fatidici in cui stabilire se il coprifuoco può essere spostato alle 23, magari addirittura a mezzanotte, o se è necessario confermarlo alle 22. La sua cancellazione totale, invece, per ora non sembra all’ordine del giorno. Ma la possibilità di “guadagnare” qualche ora serale (applicabile a partire dal 17 maggio) esiste eccome.
Fondamentale è ricordare che il coprifuoco non è una misura che cambia a seconda dei diversi dati su incidenza e contagio, che tra una Regione e l’altra possono presentare anche importanti differenze. Si tratta infatti di un provvedimento unico a carattere nazionale, e sarà quindi necessaria una soluzione valida per tutto il Paese. Incluse le eventuali zone rosse che dovessero esserci ancora a metà maggio. Le altre, in questo specifico caso, dovranno quindi adeguarsi.
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