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Le salme dell’ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo Luca Attanasio e del carabiniere della scorta Vittorio Iacovacci sono rientrate in Italia. Ad attendere i due servitori dello Stato barbaramente uccisi in un agguato a un convoglio delle Nazioni Unite c’erano il presidente del Consiglio Mario Draghi, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini e quello degli Esteri Luigi Di Maio. Proprio quest’ultimo è impegnato in queste ore a riferire sull’accaduto in Parlamento (alle 9 alla Camera, alle 10.45 in Senato). Il capo della Farnesina ha annunciato ai deputati la richiesta all’Onu di un’inchiesta specifica e ha confermato “altre missioni investigative”.
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“Al Pam (Programma alimentare delle Nazioni Unite, ndr) e all’Onu abbiamo chiesto formalmente l’apertura di un’inchiesta che chiarisca l’accaduto – ha detto Di Maio davanti ai deputati -. Da chiarire anche le motivazioni alla base del dispositivo di sicurezza utilizzato e in capo a chi fossero le responsabilità di queste decisioni. Abbiamo anche spiegato che ci aspettiamo, nel minor tempo possibile, risposte chiare ed esaustive”.
“Sulla dinamica dell’agguato sono in corso accertamenti anche da parte della Procura della Repubblica di Roma – ha aggiunto -. Una squadra dei nostri carabinieri del Ros, su delega della Procura, si è già recata a Goma per una prima missione investigativa. Mi risulta che ne seguiranno altre”.
“L’Italia onorerà l’ambasciatore Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci con funerali di Stato – ha annunciato poi il ministro degli Esteri -. È stato straziante accogliere, a fianco del premier Draghi e dei familiari, le salme dei nostri due connazionali. Vittime di un vile agguato che ha stroncato le loro giovani vite e sconvolto quelle dei loro cari”.
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Nel suo discorso a Montecitorio, replicato più avanto a Palazzo Madama davanti ai senatori della Repubblica (e in entrambe le occasioni anticipate da un minuto di silenzio), Di Maio ha ricostruito l’attacco in base alle informazioni pervenute dalle prime indagini. “La mattina del 22 febbraio, tra le 10 e le 11 locali, il convoglio del Pam è stato attaccato da uomini dotati di armi leggere. È accaduto verosimilmente presso Kibumba, a circa 25 km da Goma – ha detto –. In base alle prime ricostruzioni, che devono essere sottoposte al vaglio degli inquirenti, la prima autovettura del convoglio del Pam, su cui viaggiavano le vittime, sarebbe stata oggetto di colpi di arma da fuoco“.
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“Gli assalitori avrebbero poi condotto il resto dei membri nella foresta – ha aggiunto il ministro degli Esteri -. Poco distante dal luogo dell’evento era appunto presente una pattuglia di ranger dell’Istituto Congolese per la Conservazione della Natura, di stanza presso il vicino Parco di Virunga e un’unità dell’Esercito, che avrebbero cercato di recuperare i membri del convoglio. Nelle fasi immediatamente successive, nel momento in cui la pattuglia di ranger ha intimato agli assalitori di abbassare le armi, questi ultimi avrebbero aperto il fuoco contro il militare dei carabinieri, uccidendolo, e contro l’ambasciatore italiano, ferendolo gravemente”.
“La pattuglia di ranger e l’Unità dell’Esercito successivamente avrebbero evacuato l’ambasciatore italiano presso l’ospedale Monusco di Goma, dove sarebbe avvenuto il decesso a causa delle ferite riportate nell’attacco – ha spiegato ancora Di Maio -. A riguardo, si specifica inoltre che il responsabile del convoglio avrebbe negoziato con gli assalitori per allontanarsi dall’area e portare i feriti in una zona sicura”.
“Ho avuto una conversazione telefonica con la ministra degli Esteri congolese nella stessa giornata dell’accaduto – ha poi aggiunto Di Maio -. Le ho subito sottolineato la necessità di fare piena luce sulle dinamiche e le responsabilità dell’attentato”.
“Le autorità di Kinshasa hanno assicurato piena collaborazione con la magistratura italiana. Il presidente della Repubblica Democratica del Congo, che ha reso visita alla vedova del nostro ambasciatore, ha condannato ‘con la più grande fermezza’ l’attacco” ha riferito il capo della Farnesina.
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In mattinata i medici del Policlinico Gemelli di Roma effettueranno l’autopsia sui due cadaveri. Il sindaco di Limbiate, Antonio Domenico Romeo, ha confermato che la vedova e le tre figlie di Luca Attanasio arriveranno con tutta probabilità in giornata in Italia. Proprio da Limbiate, in direzione Roma, sono partiti i genitori e la sorella di Attanasio, scortati da un’auto dei carabinieri.
Salvatore Attanasio, padre dell’ambasciatore, ha spiegato ad Ansa: “In trenta secondi sono passati i ricordi di una vita. Ci è crollato il mondo addosso. Sono cose ingiuste, che non devono accadere. Per noi la vita è finita”.
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