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Sit in di protesta davanti al carcere dell’Ucciardone di Palermo. Ad organizzarlo sono state le principali sigle sindacali come Cgil, Cisl e Uil, le quali hanno affiancato i sindacati di polizia penitenziaria Sappe e Osapp. La richiesta è quella di porre dei correttivi alla situazione degradante delle case circondariali in Italia, in 23 delle quali la situazione volge al peggio. Gioacchino Veneziano, segretario generale UilPa PolPen, parla di “Far West delle carceri”. Un caos che ha trovato in questi mesi un’ulteriore aggravante con i casi di contagio da Covid-19 all’interno delle strutture penitenziarie.
Carceri, il sit-in all’Ucciardone di Palermo
L’iniziativa di questa mattina è nata a seguito della rottura delle trattative con il provveditore regionale della carceri e con tutti i direttori. “In Sicilia stiamo assistendo ad un disordine assoluto”: a dirlo sono Veneziano e gli altri segretari delle sigle sindacali che hanno aderito al sit-in: Calogero Navarra del Sappe, Dario Quattrocchi dell’Osapp, Domenico Ballotta della Fns Cisl Sicilia e Alfio Giurato della Fp Cgil. “Purtroppo – aggiungono – nella nostra regione le relazioni sindacali sono diventate una sorta di Far West, dove ogni direttore di carcere gestisce le relazioni sindacali senza criterio uniforme, determinando il caos più totale”.
“Incapacità di dare assetto univoco a tutti”
E concludono: “Abbiamo direttori che violano il contratto e gli accordi sindacali, comandanti che intimoriscono il personale con preludi di rapporti disciplinari, mentre le carceri sono ridotte a delle miniere, dove ogni giorno i colleghi escono feriti e umiliati da una politica gestionale indirizzata dalla parte opposta alla polizia penitenziaria. Denunciamo lo sfascio totale, dove in 23 carceri subiamo decisioni e interpretazioni l’una diversa dell’altra, con l’incapacità dell’organo regionale di dare un assetto univoco“.